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buscetta tommaso c ansaRoma. Dopo l'arresto di Michele Greco, cominciano a sfilare nell'aula bunker del Maxiprocesso i grandi boss che per anni hanno controllato Palermo. Tra questi Pippo Calò, detto "il cassiere della mafia". E' lui il primo a difendersi contestando le accuse di Tommaso Buscetta, "il boss dei due mondi", che tutti stanno aspettando. Un momento al centro del secondo episodio di "Maxi, il grande processo alla mafia", la serie scritta da Cosimo Calamini, Alessandro Chiappetta, Marta La Licata e Davide Savelli, con la regia di Graziano Conversano, in onda stasera alle 21.10 su Rai Storia.
La deposizione di Buscetta, il 3 aprile 1986, è il momento chiave del processo, e viene vissuta da tutti i protagonisti con il fiato sospeso, a cominciare dai giudici popolari, tra i quali c'è anche Filomena, una donna di 60 anni che vive il processo con particolare apprensione. Le dichiarazioni di Buscetta aprono uno squarcio nei segreti di Cosa Nostra, e il processo sembra prendere una piega favorevole all’accusa. Nella ricostruzione della fiction, Gianni - l'operatore Rai - si sta lentamente ambientando a Palermo, ed è contento del suo lavoro. La montatrice Teresa, invece, sembra sempre preoccupata e con la testa altrove. Per raccontare gli orrori di cui la mafia è stata capace, Franco, l'inviato Rai, porta Gianni a Corleone, il feudo dei due grandi boss latitanti, Totò Riina e Bernardo Provenzano, e da lì realizza un servizio. Come tutti, gli avvocati, Marsalis studia, intanto, la strategia per arginare Buscetta e annuncia a Franco che molti imputati chiederanno il confronto. Ma Franco ha anche altro a cui pensare, perché trova una sorpresa inattesa nella sua auto.

ANSA

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