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ciancimino-buscettadi Adriana Stazio - 16 dicembre 2014
Tutti stimano Tommaso Buscetta come collaboratore di giustizia esemplare e dalla totale credibilità. Ma pochi di quelli che criticano Massimo Ciancimino (che è un semplice testimone, non un collaboratore che ha obblighi con lo Stato) per la sua "rateizzazione" o per non aver fatto tutti i nomi di personaggi dei servizi o altri su cui non ha prove, ricordano che Buscetta si vantava che mai la sua credibilità era stata incrinata proprio perché si era ben guardato di parlare di cose che sapeva ma di cui non aveva le prove. Inoltre Buscetta è stato il maestro della rateizzazione. Non solo si decise a parlare del "terzo livello" solo dopo le stragi del 1992, quindi otto anni dopo le dichiarazioni rese a Falcone, quando poi riscontriamo una notevole progressione accusatoria anche nelle dichiarazioni di quegli anni. La cosa ovviamente gli fu contestata ai processi Andreotti a Palermo e a Perugia dove fu messo anche in difficoltà dalla difesa. Ecco come rispose al Tribunale di Palermo (tratto dalla sentenza Andreotti di primo grado emessa dalla V sezione penale del Tribunale di Palermo):
«DOMANDA - Lei, all'inizio dell'interrogatorio, ha detto che ha assunto la decisione di parlare dei rapporti tra mafia e politica dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio. Ma nel settembre del 1992 lei ha parlato soltanto dell'On. Lima, di Andreotti lei ha parlato, per la prima volta, soltanto il 6 aprile del 1993, perché ha aspettato fino all'aprile del 1993 per dire quello che sapeva su Andreotti? Cosa succede alla fine del '93?
RISPOSTA - Nel 1992 già l'onorevole Lima era morto, il Senatore Andreotti era vivo, vegeto e forte, secondo me. Nel 1993, e cioè il 6 aprile del 1993, si era verificato un fatto nuovo, e cioè lo Stato italiano finalmente era pronto a sferrare il colpo definitivo nei confronti anche degli intoccabili, era già successo che una richiesta del Tribunale di Palermo, di avviso a procedere, nei confronti del Senatore Andreotti. Quando vennero i Pubblici Ministeri negli Stati Uniti io non potevo più dire: "Lo Stato italiano non vuole", o rispondevo in quell'epoca o non rispondevo mai più. Quindi ritenni opportuno che era arrivato il momento di parlare anche con gli interrogativi che si pone prendendo una simile decisione. Questa è la mia risposta.»
Quindi di Lima parla subito (comunque sei mesi dopo l'omicidio e otto anni dopo l'inizio della collaborazione) perché era morto, per Andreotti ci pensa bene altri sette mesi aspettando prima segnali che ormai si potesse toccare, addirittura una RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE dato che era VIVO, VEGETO e FORTE.
Ci vorrebbe un po' di coerenza. I personaggi di cui si trova a parlare Massimo Ciancimino sono TUTTI vivi, vegeti e forti, ben più di quell'Andreotti che già nel marzo 1992 aveva ricevuto il segnale dell'eliminazione di Salvo Lima in piena campagna elettorale e che nel maggio 1992 con la strage di Capaci era stato trombato dall'elezione alla Presidenza della Repubblica. Quantomeno Massimo Ciancimino allora per fare il nome di De Gennaro o del famoso sig Franco avrebbe dovuto aspettare un'indagine autonoma su di essi o magari un arresto? Invece lui senza calcoli, se non i freni della paura e anche un minimo di considerazioni sulle prove disponibili, è andato avanti ad accusare soggetti potentissimi. Certo se avesse seguito il modo di ragionare del mafioso ma "attendibile" e "collaboratore di giustizia modello", osannato da tutti, Buscetta, avrebbe accusato solo i MORTI o quelli ormai COLPITI dalla giustizia e quindi si sarebbe fermato oltre che ai morti, a Mori, Dell'Utri e oggi non avrebbe accuse di calunnie, probabilmente nessun trappolone gli sarebbe stato teso, la delegittimazione sarebbe stata forte come lo fu anche per Buscetta ma non micidiale e non a 360 gradi. Ma Massimo Ciancimino ha deciso di raccontare tutta la verità ai magistrati, non solo la parte accettabile e conveniente. Anche perché per lui non c'era nessuna convenienza a raccontarne anche solo un pezzetto o a essere considerato credibile, essendo un semplice testimone che si andava anche ad accusare di possibili reati. Però Buscetta viene portato ad esempio dell'anti-Ciancimino. E forse, a questo punto è anche vero in un certo senso. Ma io preferisco Massimo Ciancimino. E voi?

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