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Intervista all'ex pubblico ministero del processo Trattativa

Stamattina presso l’Aula “Luca Crescente” della Procura della Repubblica di Palermo (nuovo Palazzo di Giustizia, palazzina M) in Via Lume (adiacente piazzetta della Memoria) vi è stato un convegno-dibattito per discutere sullo stato di salute dell’antimafia dal titolo “1985-2023. La mafia e l’antimafia hanno cambiato il proprio volto. Oggi a che punto siamo?”.

Tra i partecipanti anche il presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino nonché pm del processo Trattativa Stato - Mafia Vittorio Teresi, il quale ha rilasciato ad ANTIMAFIADuemila la seguente intervista.

Dottore Teresi un commento in merito alle motivazioni della sentenza del processo Trattativa di cui lei è stato anche pubblico ministero.
È come se ci fosse stata una gara al ribasso per cercare di valutare i fatti che sono emersi, che comunque, come fatti, sono certamente gravi e con valutazioni giuridiche che non sempre mi vedono d'accordo, ma naturalmente la mia opinione vale quasi zero. C'è amarezza perché secondo me c'erano gli elementi per dare delle valutazioni completamente diverse, ma ovviamente il timbro della definitività ormai è arrivato, quindi dobbiamo considerarlo un capitolo chiuso.

Qual è la sua opinione in merito alla decisione della Corte di non valutare i fatti nel contesto storico, perché voi comunque avete ricostruito un pezzo della storia d'Italia che nessuno aveva mai avuto il coraggio di riuscire a esaminare.
Ma per me è una novità assoluta che quando si fa un giudizio non si storicizzi, cioè non si pongano i fatti all'epoca in cui essi sono avvenuti, perché una lettura ragionata dei fatti è una lettura che passa obbligatoriamente attraverso la storia e il divenire di quei fatti. Quindi ovviamente non posso non possono essere d'accordo con questa impostazione.

Tornando al presente, come vede l'organizzazione Cosa nostra, ma anche altre, approcciarsi al nuovo panorama politico e al nuovo momento storico?
Rassicurata.  Nel senso che i loro interessi possono perseguirli e sono interessi di natura economica e imprenditoriale e continuano a truccare gli appalti, continuano ad avere appoggi all'interno delle amministrazioni per poter governare o partecipare al governo della cosa pubblica con un minore rigore delle misure di controllo. Questo è quello che mi fa veramente paura.

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