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L'ex Procuratore capo di Trapani: “Dagli studenti un'ottima e inappuntabile risposta”

Clamoroso autogol del solito professorone che vive immerso fra i suoi libri, ben lontano dalla vita reale”. E' così che Alfredo Morvillo, ex Procuratore capo di Trapani (oggi in pensione) e fratello di Francesca Morvillo, moglie di Falcone morta assieme a lui e agli agenti di scorta nella strage del 23 maggio 1992, commenta le parole di Costantino Visconti, docente di diritto penale all'università di Palermo, intervistato nei giorni scorsi da Ermes Antonucci per Il Foglio (in un articolo dal titolo “No alla fuffa antimafia”), in cui di fatto auspica bavagli e censure contro lo storico giornalista Saverio Lodato e il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo. “Esiste un ampio schieramento di intellettuali che ritiene, già o meno in buona fede, che la mafia, o più precisamente le mafie, siano un super potere criminale che tutto decide e tutto dispone - diceva Visconti - E' chiaro che fino a quando nelle scuole si continueranno ad invitare Saverio Lodato e Nino Di Matteo, che dicono che lo Stato è marcio, si darà un messaggio diverso alle nuove generazioni”.

A questo invito, che di fatto viene fatto a Università ed Istituti di ogni ordine e grado, hanno replicato quasi un centinaio di studenti da più parti d'Italia che hanno firmato una lettera aperta (leggi qui l'integrale) in cui, oltre a sviluppare varie argomentazioni, scrivevano: “Questa lettera è per farle sapere, professore, che i giovani e gli studenti conoscono la storia, ma quella vera, scomoda e fastidiosa: non la storia che ci viene propinata con concetti retorici e astratti di 'legalità', o con passerelle istituzionali all’interno delle nostre scuole e università. Per questo motivo vogliamo ascoltare e confrontarci con magistrati come Nino Di Matteo e giornalisti come Saverio Lodato”.

Un plauso agli studenti è arrivato anche dallo stesso Morvillo: “Ottima e inappuntabile risposta degli studenti. Una posizione equilibrata e rispettosa delle opinioni altrui dovrebbe prevedere un invito ad un dibattito a più voci e non un divieto di parlare a chi la pensa diversamente”. Del resto, come dargli torto?

Foto © Emanuele Di Stefano

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