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Dopo i controlli degli artificieri, l’allarme è rientrato: il pacco sospetto conteneva batterie

Un allarme bomba è scattato stamani per una scatola, con fili neri che fuoriescono, rinvenuta davanti all'abitazione a Firenze del procuratore aggiunto Luca Tescaroli. A fare la scoperta gli uomini della scorta del magistrato che hanno chiamato gli artificieri. Una volta arrivati, e in seguito ai dovuti accertamenti, hanno fatto rientrare l'allarme bomba. I controlli, appena conclusi, hanno rivelato che l'oggetto sospetto è un pacco batterie per la ricarica di microcar elettriche. Secondo quanto appreso, in base alle immagini registrate dalle telecamere di strada, sarebbero stati due uomini a collocare la scatola davanti al portone dell'abitazione. Tutto tra le 23.30 e le 8 di stamani. Da capire perché è stato lasciato davanti alla casa del magistrato. E quindi se vi è stata un’intenzione. E se sì, quale.
Tescaroli, che in passato ha indagato anche sulla strage di Capaci e su Mafia Capitale, a Firenze è titolare insieme al procuratore facente funzioni Luca Turco, dell'inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del '93-'94. In queste settimane sta conducendo gli accertamenti sulle presunte rivelazioni di Baiardo riguardo una foto che ritrarrebbe Berlusconi con il boss Graviano. Non ultimo, i pm di Firenze Tescaroli e Turco hanno convocato l'editore Urbano Cairo per rendere dichiarazioni come persona informata sui fatti in merito alla chiusura del programma condotto da Massimo Giletti "Non è l’Arena". Vicenda che, anche se Cairo ha smentito la connessione, si inserisce all’interno degli approfondimenti che voleva fare il giornalista rispetto all’esistenza di questa fotografia. Il giornalista era stato convocato dai pm Turco e Tescaroli proprio dopo la puntata dell'intervista a Baiardo in quanto volevano sapere se quest'ultimo “avesse la disponibilità di materiale relativo ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, inerente agli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri”.
Nei giorni scorsi, “il Baiardo” - come ama definirsi su Tik Tok il gelataio di Omegna che curò la latitanza dei fratelli Graviano - ha aspramente attaccato il procuratore Tescaroli.Il Baiardo ha sempre avuto rispetto di tutto e di tutti, anche dei magistrati che mi indagavano e mi accusavano - ha detto in una diretta sul social -. Anche nei confronti della procura di Firenze nelle vesti del procuratore Luca Tescaroli. Stima ormai persa. Il dottor Tescaroli per fare carriera e andare alla procura di Terni a chiudere la sua carriera ha chiesto la custodia cautelare in carcere e una volta rigettata lui ha fatto opposizione e il 14 luglio ci sarà la camera di consiglio. Vediamo che decideranno”. E a fine video ha ribadito come “il Baiardo con questa procura di Firenze ne ha un po’ piene le scatole”.
Questo attacco è solo l’ennesimo di una lunga serie che si somma alle delegittimazioni e aggressioni a mezzo stampa di alcuni giornali avvenute nelle scorse settimane (in modo particolare in seguito alla morte di Berlusconi).
Più in generale, va segnalato il clima di tensione e allerta che ruota attorno a magistrati e procure che stanno conducendo inchieste delicate. Ne è un esempio quanto avvenuto a fine maggio a Reggio Calabria quando la Polizia di Stato, allertata dai militari dell'Esercito in attività di sorveglianza esterna al Centro direzionale di contrada 'S. Anna' di Reggio, dove sono ubicati gli Uffici di Procura e del Tribunale di primo grado, ha rinvenuto in un'aiuola un contenitore con 57 cartucce calibro 9 Flobert.. Nella stessa procura, si è celebrato, tra gli altri, il processo 'Ndrangheta stragista: che ha visto accogliere dalla Corte le richieste del Procuratore aggiunto reggino Giuseppe Lombardo, confermando le condanne all'ergastolo per entrambi gli imputati, Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone.

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