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rambaldodi AMDuemila - 18 luglio 2014
“La lotta alla mafia è una guerra che ha diversi luoghi di combattimento e riguarda tutti gli uomini. Ascoltare i bambini gridare la propria indignazione mi fa pensare che non tutto è perduto”. Così è intervenuto il giudice del distretto giudiziario di Santa Fé (Argentina), Juan Alberto Rambaldo, tornato a Palermo anni dopo la sua prima partecipazione alle manifestazioni in memoria di Paolo Borsellino, nel corso della conferenza "Un Paese senza verità" che ha luogo a Palermo proprio per ricordare il giudice ed i cinque agenti di scorta uccisi il 19 luglio 1992. “Per me è un onore essere qui. Porto anche io la mia testimonianza e la mia vicinanza a magistrati che sembrano soli ma in realtà sono accompagnati dal popolo, perché la sovranità del popolo è del popolo. Ed è compito del popolo accompagnare questi giudici che cercano verità contro coloro che vogliono trasformare l'uomo in una macchina lontana dalla verità. Questa è la lotta di tutti, ognuno nel suo luogo. Chi nelle strade, chi nelle università, chi nei tribunali, chi in parlamento. E' questo quello che si deve fare tanto in Italia quanto in qualsiasi altro Paese”.

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