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riv-civ-ingroia12 febbraio 2013
“La politica non deve essere subordinata agli interessi dei potentati finanziari, e invece finora sugli interessi dei cittadini sono prevalsi quelli di pochi privilegiati”. Parte da questa premessa il programma di Rivoluzione Civile, che Antonio Ingroia sta presentando durante le tappe di questa campagna elettorale. Oggi è stata la volta di Milano e della Lombardia, cuore pulsante del potere economico-finanziario, colpita dagli scandali che hanno travolto il Pirellone e la Giunta regionale. Per Ingroia, l’appuntamento milanese è stato l’occasione per presentare le proposte per reperire le risorse necessarie al rilancio del sistema d’impresa italiano, strozzato dal mancato accesso al credito, dalla burocrazia, dalla corruzione e dall’alta tassazione sul lavoro.

In Italia ci sono 193 miliardi di derivati sottoscritti dagli enti pubblici: “proponiamo di ricontrattare con le banche tutti i derivati, riducendo drasticamente il debito”, ha spiegato Ingroia. In questo modo si otterrebbero 31 miliardi di risparmio immediato. “Inoltre, si devono investire tempestivamente i 31,2 miliardi di fondi europei che spettano all’Italia e che devono essere spesi entro il 2015, ma impegnati in progetti entro dicembre 2013. Proponiamo quindi, come prima misura, l’approvazione di progetti per la ricerca industriale, la formazione dei giovani e le nuove tecnologie”, ha dichiarato il leader di Rivoluzione Civile.

Ingroia ha presentato le proposte della lista in materia di rilancio dell’economia e dell’impresa insieme al responsabile Lavoro e welfare dell’Idv e candidato di Rivoluzione Civile, Maurizio Zipponi. “La drammatica stagione di crisi che ha investito l’Italia non è stata un evento accidentale – ha detto Ingroia – vi sono precise responsabilità politiche, frutto delle scelte economiche sbagliate dei governi Berlusconi e Monti, che hanno agito in perfetta continuità e non sono stati capaci di proporre una seria strategia industriale. In questo modo, le piccole e medie imprese e gli artigiani sono stati abbandonati al proprio destino”. Secondo Ingroia e Zipponi, “è indispensabile rinegoziare il Fiscal Compact nei tempi e nelle quantità e procedere alla confisca immediata dei beni della mafia, della grande evasione e di quelli legati alla corruzione, in modo da reinvestirli in attività di interesse pubblico e sociale.

Occorre, inoltre, creare un istituto di credito pubblico per i prestiti a medio e lungo termine con tassi d’interesse al 2%, utilizzando i fondi della Bce dati all’1%, e realizzare un fondo in cui confluiscano i beni pubblici, mobiliari e immobiliari, per valorizzare e mantenere il patrimonio pubblico. Per quanto riguarda le imprese, Rivoluzione Civile chiede “il pagamento dei lavori svolti per la Pubblica Amministrazione entro 60 giorni con la garanzia della Cassa Depositi e Prestiti; un unico sistema di controllo per ogni azienda; assunzioni a tempo indeterminato con fiscalità ridotta; la defiscalizzazione per gli investimenti in ricerca e innovazione e la priorità alle imprese di filiera italiana impegnate nei settori dei beni culturali, della moda, delle fonti rinnovabili e della mobilità sostenibile”.

Tratto da: rivoluzionecivile.it

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