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cucchi stefano padredi Nicola Tranfaglia
L’inchiesta giudiziaria ordinata dal gip Elvira Tamburelli dopo i fatti avvenuti il 22 ottobre 2009 in piena epoca berlusconiana è ora all’attenzione dei giudici romani. La perizia ordinata dal magistrato al dottor Introna considera come ipotesi attendibile “una morte improvvisa e inaspettata per epilessia in un uomo con una patologia epilettica di durata pluriennale e un trattamento medico attraverso farmaci anti-epilettici. Secondo gli esperti non ci sarebbe un legame tra il violento pestaggio cui è stato sottoposto  Stefano Cucchi nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 da parte dei carabinieri del comando della stazione di Roma Appia che lo fermarono per droga e il decesso avvenuto sei giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini.

Ma la sorella Ilaria che da sette anni conduce una costante battaglia per difendere la memoria del fratello non ritiene attendibili i risultati della perizia e su Facebook scrive un breve testo. ”Avremo un processo per omicidio”. E aggiunge: ”Il perito Introna tenta di scrivere la sentenza finale del processo ai responsabili del violentissimo pestaggio a mio fratello Stefano. Riconosce “bontà sua” la frattura di L3 da noi per sette anni sostenuta e riconosce anche dai pm e alza una colonna di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza una causa di morte di Stefano. La prima che è quella per epilessia che la sorella definisce “priva di riscontri oggettivi”. Le fratture e il globo vescicale “sono la causa di morte da noi sempre sostenuta in questi anni che a differenza dell’epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti”.

I nuovi accertamenti sono stati fatti nell’ambito dell’incidente probatorio. Le lesioni riportate da Stefano Cucchi  dopo il 15 ottobre 2009 Stefano Cucchi non possono - dicono i tecnici nominati dal giudice - non possono essere correlabili causalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’evento morte.

L’atto istruttorio che consta di 250 pagine è stato depositato oggi. E indagati sono cinque carabinieri della stazione  di Roma Appia. Tutti per lesioni personali aggravate e uno di loro anche per falsa testimonianza e false informazione ai PM.

Tratto da: articolo21.org

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