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Durante l’Angelus, Bergoglio si è rivolto alla guerra a Gaza, in Ucraina e in Sudan

"Le armi non porteranno mai la pace. Basta fratelli, basta: a Gaza si soccorrano i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari, si liberino gli ostaggi”. È l'appello lanciato da Papa Francesco al termine della preghiera dell'Angelus. Salutando i fedeli, Bergoglio si è detto vicino a tutti coloro che soffrono, "israeliani e palestinesi, in questo momento buio”. “Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolazione e religione è sacro, è prezioso agli occhi di Dio, ha diritto a vivere in pace", ha concluso il Santo Padre. Un invito a far tacere le armi che negli ultimi tempi, soprattutto dal 7 ottobre e ancor prima con la guerra in Ucraina, il pontefice ha fatto più volte. "Le armi si fermino. Non porteranno mai la pace. E il conflitto non si allarghi. Basta! Basta fratelli! Basta!”, ha detto ieri. Il Papa ha rivolto una preghiera anche per il Sudan, che “da diversi mesi è in preda ad una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni, rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria". "Sono vicino alle sofferenze di quelle care popolazioni del Sudan - ha aggiunto - e rivolgo un accorato appello ai responsabili locali affinché favoriscano l'accesso degli aiuti umanitari e, con il contributo della comunità internazionale, lavorino alla ricerca di soluzioni pacifiche". "Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli che sono alla prova", ha aggiunto il Pontefice. Il duro appello si è poi esteso anche per la popolazione ucraina. Francesco ha accolto “con affetto” il pellegrinaggio dei fedeli ucraini e dei monaci Basiliani “giunti da diversi Paesi per celebrare il quarto centenario del martirio di San Giosafat". “Prego con voi per la pace nel vostro martoriato Paese - ha aggiunto Francesco -. Fratelli, sorelle, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamola”, ha concluso. Anche se le preghiere spesso rimangono tali davanti alla disumanità delle guerre, è pur vero che il pontefice continua ad essere uno dei pochi leader internazionali a chiedere il “cessate il fuoco” sui conflitti. Dall’assedio di Israele nella Striscia di Gaza alla guerra in Ucraina e così via. Ad una recente intervista del Tg1, Bergoglio ha ribadito che il problema di quest’umanità, con tutte le guerre scoppiate dal Dopoguerra, è l’industria delle armi. “Il problema più grave ancora sono le industrie delle armi. Una persona che capisce di investimenti che ho conosciuto in una riunione mi diceva che oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi. La guerra in Terra Santa mi fa paura”.

Foto © Imagoeconomica

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