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Nell’ultima puntata di “Sulla Via di Damasco” la storia dell’ex partigiana e presidente della commissione sulla loggia P2

Tina era una donna che aveva la consapevolezza della sua forza e l’umiltà del suo limite oltre a una fede, come lei ci tiene a precisare, mai esibita”. A dirlo è Anna Vinci, giornalista e scrittrici, raccontando la vita e la storia di Tina Anselmi, partigiana e presidente della commissione parlamentare sulla Loggia P2. Anna Vinci, che oltre ad essere amica del ministro donna scomparsa nel 2016 è anche sua biografa, è stata intervistata dal programma Rai di approfondimento culturale e religioso dedicato al tema del cattolicesimo di Rai Cultura “Sulla Via di Damasco” nella puntata di domenica 12 novembre dedicata alla forza delle donne.


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In primo piano, tre storie al femminile che racchiudono percorsi di vita individuali, ciascuna con il suo mondo, sogni e ideali. Anna Vinci ha ricordato la storia politica di Tina Anselmi, nata tra i banchi di scuola durante il nazifascismo, quindi la resistenza partigiana sulle montagne dove l’ex parlamentare faceva da staffetta (nome in codice “gazzella), gli anni della costituente, l’arrivo in parlamento come primo ministro donna e quindi la presidenza alla commissione sulla P2.


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Nilde Iotti e Tina Anselmi


“Il 31 ottobre 1981 è chiamata da Nilde Iotti, presidente della camera dei Deputati, che le chiede di diventare il presidente della commissione sulla loggia massonica ‘Propaganda 2’ di Licio Gelli”, ha ricordato la scrittrice. “Dal 1981 al 1984 saranno anni di grande dolore perché lei vedrà sfilare quasi duemila persone che sono i vertici delle istituzioni dell’epoca. Non erano comitati d’affari - ha spiegato - perché c’erano molti generali, ammiragli, un ministro. Quindi lei che ha creduto nella Costituzione e con la sua lotta ha partecipato a crearla diceva che in quel momento non riusciva a capire se erano ingenui o lestofanti”.

Guarda l'intervento di Anna Vinci dal minuto 18: Raiplay.it

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