Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

I beni di Marcello Dell'Utri non saranno sequestrati.
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Palermo contro il provvedimento della Corte d’Appello che lo scorso ottobre aveva confermato la decisione della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, emessa nel giugno 2022. Il processo, quindi, prosegue nella trattazione del merito.
Tuttavia la partita è ancora aperta perché quando il 9 giugno 2022 il Tribunale delle misure di prevenzione, presieduto da Raffaele Malizia, relatore Luigi Petrucci, ha rigettato in primo grado la proposta di sequestro - ora definitivamente bocciata - si era riservato di decidere però sul merito all’esito del contraddittorio. La proposta della procuratrice aggiunta Marzia Sabella e dei sostituti Claudio Camilleri e Calogero Ferrara per la confisca e la sorveglianza speciale contro Marcello Dell’Utri quindi è ancora in piedi.
Nello specifico si tratta dell'inchiesta patrimoniale iniziata nel 2014 poco prima che diventasse definitiva la condanna a sette anni di reclusione, da tempo già scontata, inflitta a Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex senatore di Forza Italia e manager di Pubblitalia, così hanno scritto i giudici, è stato il “mediatore contrattuale” di un patto tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Tra il 1974 e il 1992 “non si è mai sottratto al ruolo di intermediario tra gli interessi dei protagonisti”, e “ha mantenuto sempre vivi i rapporti con i mafiosi di riferimento”.
Dell'Utri e i suoi familiari erano difesi dagli avvocati Francesco CentonzeFrancesco BertorottaLudovica BeduschiTullio Padovani e Filippo Dinacci.

Ora la difesa di Dell'Utri dovrà confrontarsi con le carte della procura di Firenze, già depositate al Tribunale del Riesame del capoluogo toscano. La Procura di Palermo, come raccontato dal 'Fatto Quotidiano', ha depositato nei giorni scorsi quattro nuovi documenti provenienti dall’inchiesta sulle stragi del 1993 condotta dai procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco sui mandanti esterni delle stragi. Nell'inchiesta fiorentina, ricordiamo, era coinvolto - fino alla morte - anche l'ex premier Silvio Berlusconi; ma ora resta indagato solo Marcello Dell’Utri.
Questa ipotesi investigativa è stata archiviata più volte in passato su richiesta degli stessi pm ed è sempre stata bollata - sia dai famigliari e sia dai legali di Berlusconi - come una tesi basata su illazioni infondate.
All'interno delle carte depositate ve ne sono alcune di particolare interesse: il decreto di perquisizione, l’invito a Dell'Utri a comparire a luglio di quest'anno davanti ai magistrati di Firenze (incontro saltato perché tramite i suoi legali aveva fatto sapere che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere),la relazione di consulenza dei periti dei pm fiorentini sui flussi finanziari che hanno dato vita al gruppo Fininvest-Berlusconi nei primi anni ‘70 e una nota della Dia del 15 settembre 2021 sui rapporti economici tra Dell’Utri e Berlusconi.
In questa nota di 154 pagine, riporta il 'Fatto', c’è anche un paragrafo dedicato alla “separazione legale fittizia dei coniugi Marcello Dell’Utri e Miranda Ratti”. Per la Dia, la separazione consensuale dei due coniugi sarebbe “un ulteriore strumento per rendere non aggredibili da parte dell’autorità giudiziaria i beni riconducibili a Dell’Utri, e strumento per consentire a Berlusconi di far pervenire, o quanto meno lo è stato per il passato, a Dell’Utri, tramite Spinelli Giuseppe, (81 anni, il ragioniere che si occupa delle spese della famiglia Berlusconi, n.d.r) elevate somme di denaro formalmente svincolate da rapporti tra i due”. Gli investigatori stanno attenzionando da tempo la storia coniugale dei Dell’Utri, a partire dal rito civile a Monza (12 giugno 1981), la separazione consensuale (11 luglio 2019) fino allo scioglimento del matrimonio (10 giugno 2020).
La Dia però ha scritto che “i coniugi non hanno mai messo in atto comportamenti giuridici omologabili all’abbandono del tetto coniugale o tipici delle coppie che si separano”, aggiungendo che i “coniugi Dell’Utri non hanno mai abbandonato l’ambiente domestico comune”.
Infatti secondo la Dia vi sono diversi elementi a sostegno di questa tesi: “Dagli accordi per l’invio delle somme di denaro per pagare gli avvocati di Marcello Dell’Utri, agli espedienti per sollecitare il finanziamento da parte di Silvio Berlusconi delle spese di ristrutturazione delle unità immobiliari a loro riconducibili, alla condivisione di alcuni accorgimenti per attribuire ad altri la titolarità dei beni a loro riconducibili”. La Dia cita anche una telefonata nella quale Miranda chiama Marcello e chiede di aprirgli la porta perché ha dimenticato le chiavi in casa e “questo dimostra che entrambi continuano a condividere lo stesso ambiente domestico”.
Nella relazione finanziaria, di oltre 500 pagine, ne avevamo già parlato in precedenza: si tratta di documentazione prodotta dagli esperti finanziari nominati dalla procura di Firenze, da cui emergerebbe che ci sarebbero state settanta miliardi e mezzo di lire (versate in contanti) di origine non decifrabile che hanno foraggiato l'impero societario di Berlusconi. La Dia aveva prodotto documentazione che fotografava un rapporto 'sui generis' tra Dell'Utri e Berlusconi: 180 mila euro, divisi in due trance e inviati tra maggio e luglio 2021 con una causale curiosa, "donazione di modico valore"

Questo fiume di denaro sui conti di Dell’Utri ha allertato anche l’Antiriciclaggio. Per gli investigatori questa continuità di versamenti è “sicuramente connessa a un riconoscimento anche morale, l’assolvimento di un debito non scritto, la riconoscenza, per quanto riguarda l’ultimo periodo”. Secondo la Dia “le elargizioni economiche dirette a Dell’Utri da parte di Berlusconi negli anni non hanno avuto mai interruzione”.
Oltre a questo, sempre secondo gli inquirenti, vi potrebbe essere anche una forma di ricatto. Persone vicine all'ex presidente del Consiglio smentiscono categoricamente questa ricostruzione e bollano tutto come puro teorema dei pubblici ministeri.
Anche per il Tribunale di Palermo nella sentenza del giugno 2022 non condivide questa tesi: la generosità di Berlusconi, hanno scritto i giudici, “potrebbe trovare spiegazione alternativa nei rapporti di amicizia e di lavoro che uniscono i due da decenni”.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

ARTICOLI CORRELATI

Dell'Utri ha ''ricattato'' Berlusconi? Le riunioni ad Arcore sotto la lente della Dia

Dell'Utri indagato per trasferimento fraudolento di valori, nel mirino i soldi presi dal Cavaliere

Stragi del '93: pm indagano sul capitale originario della Fininvest

Il Tribunale di Palermo dice no al sequestro dei beni di Dell'Utri

Stragi '93: Dell'Utri si avvale della facoltà di non rispondere

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos