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"L'ascesa del mito di Putin in Africa" come spiegato dal professore e sociologo Alessandro Orsini sul 'Fatto Quotidiano' è stato causato da una serie di fattori, tutti sottovalutati e/o favoriti dall'Occidente.
In primis "il gesto muscolare di Putin in Ucraina ha rilanciato la sua immagine a livello mondiale. Anziché isolarlo e farlo apparire debole, l’invasione dell’Ucraina, ovvero la decisione di fronteggiare la Nato al gran completo, ha trasformato il presidente russo nell’idolo di molti africani. Lo dimostra l’assalto all’ambasciata di Francia in Niger al grido di: 'Viva Putin, viva la Russia, abbasso la Francia'. Lo studio della storia dimostra che chi ricorre alla forza trova sempre i propri ammiratori. Che si tratti dei governi o delle organizzazioni terroristiche, la forza genera eccitazione in molti strati della popolazione. Che l’esibizione della violenza generi entusiasmo è un fenomeno registrato empiricamente negli articoli apparsi su Corriere della Sera, La Stampa e Repubblica, il 30 settembre 2015, quando Putin intervenne militarmente in Siria contro l’Isis. Lo ricordo bene giacché, in quegli anni, la mia presenza in televisione era quasi quotidiana. I media dominanti, Rai inclusa, ritraevano Putin come un eroe per il massacro che operava contro i jihadisti di al-Baghdadi. Molti africani hanno iniziato ad amare Putin più di Biden a partire dal 24 febbraio 2022. Perché? Secondo la propaganda italiana, la guerra in Ucraina è una guerra del forte (Putin) contro il debole (Zelensky). Secondo molti africani, i cinesi e un numero esorbitante di mediorientali, è la guerra del debole (la Russia) contro il forte (la Nato)".
La svolta nel Niger, scrive sempre Orsini,"porta a quattro le conseguenze non desiderate della guerra in Ucraina: 1) il trasferimento delle testate nucleari russe in Bielorussia; 2) l’avvicinamento della Cina alla Russia; 3) l’impoverimento dell’Europa; 4) l’ascesa del mito di Putin in Africa, Cina e Medio Oriente. Non proprio un buon affare per l’Italia che in Niger ha interessi nazionali da difendere".

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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