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Il vescovo di Roma: “Guadagni della vendita delle armi sporchi di sangue innocente”

"I conflitti aumentano e la stabilità è messa sempre più a rischio. Stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi che, più passa il tempo, più pare espandersi. Il Consiglio, che ha come mandato quello di vigilare sulla sicurezza e sulla pace nel mondo, agli occhi dei popoli pare a volte impotente e paralizzato. Ma il vostro lavoro, apprezzato dalla Santa Sede, è essenziale per promuovere la pace e proprio per questo vorrei invitarvi, in modo accorato, ad affrontare i problemi comuni prendendo le distanze da ideologie e particolarismi, da visioni e interessi di parte, e coltivando un unico intento: adoperarvi per il bene dell'umanità intera. Infatti, dal Consiglio ci si aspetta che rispetti e applichi la Carta delle Nazioni Unite con trasparenza e sincerità, senza secondi fini, come un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e non come uno strumento per mascherare intenzioni ambigue". Così Papa Francesco in un discorso innanzi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il cui testo è stato letto da monsignor Paul R. Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
"La pace è possibile, se veramente voluta!" ha volto trasmettere con forza il Papa sottolineando da parte sua pieno sostegno a ogni iniziativa pacifista.
"Certo, dal punto di vista economico, la guerra invoglia spesso più della pace, in quanto favorisce i guadagni, ma sempre di pochi e a scapito del benessere di intere popolazioni; perciò i soldi guadagnati con la vendita delle armi sono soldi sporchi di sangue innocente. Ci vuole più coraggio a rinunciare a facili profitti per custodire la pace che a vendere armi sempre più sofisticate e potenti. Ci vuole più coraggio a cercare la pace che a fare la guerra" ha affermato il Vescovo di Roma. "Ci vuole più coraggio a favorire l'incontro che lo scontro, a sedersi ai tavoli dei negoziati che a continuare le ostilità", ha aggiunto, "Per costruire la pace dobbiamo uscire dalla logica della legittimità della guerra: se essa poteva valere nei tempi passati, nei quali i conflitti armati avevano una portata più limitata, oggi, con le armi nucleari e di distruzione di massa, il campo di battaglia è diventato praticamente illimitato e gli effetti potenzialmente catastrofici. È venuto il tempo di dire seriamente "no" alla guerra, di affermare che le guerre non sono giuste, ma che solo la pace è giusta: una pace stabile e duratura, non costruita sull'equilibrio pericolante della deterrenza, ma sulla fraternità che ci accomuna".

Foto © Imagoeconomica

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