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Nonostante una leggera ma fitta pioggia, anche a Palermo il corteo del 25 aprile ha attraversato le vie del centro città. "Bella ciao!”, “Cento passi”, “Fischia il vento”. Tante sono le canzoni che hanno accompagnato il lungo serpentone animato da anni, Cgil, Arci, sindacati di base, centri sociali, comitati studenteschi, società civile e tante altre soggettività.
Dopo la cerimonia celebrativa per il settantanovesimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo che si è svolta nel parco Piersanti Mattarella, riaperto parzialmente per l'occasione, il lungo corteo ha sfilato in via Libertà fino al teatro Massimo. Ad aprire la mobilitazione è lo striscione che recita "Partigiani della costituzione, liberi da fascismo, mafia e corruzione".
In molti hanno ricordato Luigi Carollo, storico coordinatore del Pride di Palermo e figura di primissimo piano in città, andato via ieri a soli 56 anni; e molti hanno ricordato anche Vincenzo Agostino, padre dell'agente di Polizia Nino, ucciso da Cosa nostra assieme alla moglie Ida Castelluccio il 5 agosto 1989. Un pilastro dell'antimafia venuto a mancare domenica scorsa all'età di 87 anni.


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Molti i cori contro il governo e le restrizioni che sta mettendo in atto in tema di diritti e garanzie costituzionali: dalla sanità sempre più precaria e privatizzata alla scuola pubblica in decadenza; dall'assenza di lavoro al tasso di povertà; dalla cobelligeranza dell'Italia al fianco di Israele alla militarizzazione della Sicilia e dei territori.
A piazza Verdi il corteo si scioglie. Un gruppo di centri sociali prosegue compatto fino alla camera ardente aperta per Luigi Carollo, mentre in piazza si susseguono interventi aperti da Armando Sorrentino dell'Anpi Palermo. Tra questi anche Karim El Sadi, giovane membro della comunità palestinese della città che dopo aver ringraziato l'associazione nazionale partigiani ha poi ricordato come la resistenza al nazifascismo oggi sia incarnata da quella palestinese.
"Noi vogliamo ricordare che quella partigiana fu una lotta durissima di liberazione dalla dittatura, dall’occupazione, e fu manifestazione di riscatto di un intero popolo caduto vittima delle leggi razziali e di ingiustizie di ogni genere - ha detto il giovane italo-palestinese -. Noi palestinesi, noi sud del mondo, noi popoli liberi guardiamo con ammirazione alla resistenza partigiana italiana. Noi palestinesi siamo qui oggi a Palermo e in tutte le piazze d’Italia che ricordano questa giornata storica, per ricordare insieme a voi che la resistenza è l’unica chiave per l’emancipazione di un popolo da un regime di oppressione e dall’imperialismo. È l’unica strada per la pace. Il nostro popolo come i partigiani italiani, da oltre 75 anni rifiutano di soggiogare alle violenze e ai soprusi di Israele. Rifiutano di sottostare al colonialismo di quella che viene spesso chiamata 'unica democrazia del Medio Oriente'".


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"Israele è la cosa più lontana che esista dalla democrazia - ha aggiunto -. Le democrazie non prevedono progetti costitutivi di occupazione, l’apartheid, il razzismo sistemico, l’assedio di interi territori, l’omicidio, l’arresto di innocenti, le corti militari per minori, le colonie, le torture, le confische di terre e tanto altro ancora".
Quello israeliano, infatti, è a tutti gli effetti "un regime teocratico segregazionista sorto sulle ceneri dei villaggi dei nostri nonni, rasi al suolo decenni di anni fa da bande terroristiche sioniste. Questo è il vero volto di Israele che, sia chiaro, non è mai cambiato in tutti questi decenni. Non esiste sionismo buono e sionismo cattivo. Esiste il sionismo. Ed è sempre stato un’ideologia criminale che non ha nulla a che vedere con la religione, il cui progetto è sempre stato e sempre sarà la pulizia etnica della popolazione indigena che abita la Palestina".

Foto © ACFB

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