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L’accusa è di aver mentito deponendo come testimoni nel processo contro i colleghi del gruppo “Falcone e Borsellino”

E’ stata fissata per il 21 marzo a Caltanissetta, dinanzi al gup David Salvucci, l'udienza preliminare, per il processo a carico di quattro poliziotti accusati di depistaggio. Si tratta di Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di aver dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo di primo grado sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio. Il procedimento, ora in appello, vede imputati tre poliziotti ex appartenenti al gruppo "Falcone-Borsellino": Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. In primo grado sono stati prescritti i reati per Bo e Mattei mentre per Ribaudo era stata emessa sentenza di assoluzione. La procura di Caltanissetta però ha fatto ricorso in appello contestando l'aggravante mafiosa.
Ed è stato proprio nel processo di primo grado che, secondo la procura, i quattro poliziotti avrebbero depistato.
Durante le loro deposizioni, nel dibattimento, i poliziotti Di Gangi, Maniscaldi, Tedesco e Zerilli avrebbero  mentito sotto giuramento. Zerilli, si legge nella sentenza, ha pronunciato 121 "non ricordo". Anche la deposizione di Angelo Tedesco fu costellata da tanti "non ricordo", oltre cento quelli pronunciati, e da ricordi affiorati all'improvviso senza che sia stato in grado di fornire una valida spiegazione.
Al termine del processo i giudici del tribunale hanno mandato i verbali delle loro deposizioni in procura e i quattro sono stati indagati per falsa testimonianza. A novembre, però, la loro posizione si è aggravata quando il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca e il sostituto Maurizio Bonaccorso hanno contestato loro l’accusa di depistaggio. Tra due mesi rischiano di essere rinviati a giudizio.

Foto © Imagoeconomica

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