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I giudici della corte d'appello di Brescia hanno confermato l'assoluzione per il pm di Milano Paolo Storari indagato per rivelazione di segreto d'ufficio per aver consegnato i verbali secretati dell'ex avvocato esterno di Eni Piero Amara, in cui rivelava l'esistenza della presunta loggia Ungheria, all'allora componente del Csm Piercamillo Davigo. La decisione, arrivata al termine del processo con rito abbreviato, conferma la decisione dei giudici di primo grado del 7 marzo scorso. Nella sua requisitoria il pg Enrico Ceravone aveva chiesto una condanna a 5 mesi e 10 giorni sostenendo come il magistrato milanese avesse commesso un errore nel consegnare i verbali coperti da segreto, non rispettando le direttive sul tema, nel tentativo di denunciare una presunta inerzia dei vertici della procura di Milano a indagare. Per la difesa dell'imputato, invece, "Storari in quella situazione si è rivolto a un soggetto particolarmente qualificato" con nessun intento lesivo nella condotta, la tesi dell'avvocato Paolo Della Sala che chiedeva la conferma dell'assoluzione perché "il fatto non sussiste". Anche questa volta i giudici credono alla buona fede del pm meneghino. 
"Siamo assolutamente soddisfatti di questa assoluzione piena" che conferma "l'esito di un giudizio di totale innocenza che è particolarmente profondo e netto", ha commentato il difensore Paolo Della Sala, lasciando il Palazzo di Giustizia bresciano.
Sulla sentenza è intervenuto anche Fabio Repici, avvocato difensore del Consigliere del Csm Sebastiano Ardita, costituitosi parte civile: "Di fatto, l'imputato reo confesso è stato assolto". "Torna alla memoria un famoso processo romano di parecchi decenni fa, tra l'altro sul tentato golpe Borghese - ha osservato l'avvocato - si disse che erano stati assolti perfino gli imputati che avevano confessato. Nella nebulosa Brescia di oggi, la storia per certi versi si ripete".

Foto © Imagoeconomica

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