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"Le mafie mercatistiche sono quelle organizzazioni criminali che operano nel mondo dell’economia e della finanza. Utilizzano la corruzione al posto della violenza". Così Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA), in un'intervista rilasciata a Rai News 24. Quest'ultime, ha spiegato, "commettono reati di natura economica e fiscale, utilizzano l'usura, traggono profitti soprattutto dal traffico di droga. Non disdegnano il traffico di esseri umani, il traffico di armi e quello illegale di rifiuti. Utilizzano le più sofisticate tecniche di riciclaggio. L'uso del contante, l’anonimato nelle transazioni e i mancati controlli nei settori economico finanziari, contribuiscono ad accrescere la loro pericolosità sociale". È una mafia che cambia quella raccontata da Musacchio. Muta pelle, asset e strategie, ma continua ad essere estremamente pericolosa.
"Non esiste mafia, degna di questo nome, che non usi la corruzione per commettere i propri crimini - ha spiegato -.  Questa nuova tipologia di criminalità organizzata non è affatto da sottovalutare e anche se 'appare' invisibile non lo è per nulla, anzi è molto più pericolosa delle mafie del passato poiché è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di ambiente per sopravvivere. Le vecchie mafie utilizzavano spesso le armi, con le nuove, il ricorso alla violenza si è ridotto ai minimi termini poiché i gruppi si sono infiltrati e integrati nella politica e nell'economia legale. Corruzione e criminalità organizzata camminano a piè pari e saranno sempre meno fonte di allarme sociale poiché sono componenti non violente e silenti idonee per raggiungere i propri scopi criminali senza attirare l’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura". Per contrastare questa criminalità "silente" è necessario rafforzare e adeguare la legislazione antimafia vigente. "Abbiamo grandi esempi e ottimi metodi di indagine costruiti in passato da La Torre e Chinnici, da dalla Chiesa, a Falcone e Borsellino. Credo sia necessario rivedere anche la legislazione sui collaboratori e sui testimoni di giustizia e il loro sistema di protezione - ha detto -. Sarà necessario contrastare in maniera più efficace la criminalità economico-finanziaria connessa a quella organizzata. Queste mafie vanno combattute a livello transnazionale per cui sarà fondamentare agire sulle norme europee e internazionali in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia".
Per vigilare al meglio le criminalità organizzate, per Musacchio è necessario prestare attenzione anche alla criminalità informatica e a ciò che orbita attorno al mondo delle criptovalute, che garantiscono un forte anonimato. "I reati di frode e quelli fiscali continuano a evolversi - ha aggiunto -. L’evasione fiscale (ovvero l’evasione delle imposte sul reddito e la frode iva) sta diventando di gran lunga la più importante fonte di proventi di reato. Gli Stati cd. offshore, (Monaco, San Marino, Liechtenstein, Isole Cayman, Panama, Emirati Arabi) sono un problema di non poco conto poiché da essi la criminalità organizzata trae vantaggi e benefici anche quando le economie sono in recessione. Oggi mancano poteri necessari per scoprire il riciclaggio di denaro sporco".
Su questo aspetto sarebbe necessaria una maggiore vigilanza da parte degli istituti economico-finanziari, che dovrebbero individuare e segnalare tutte le attività sospette. "Bisogna incoraggiare tutte quelle forme di cooperazione tra soggetti pubblici e privati, con l'obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi d’interesse pubblico migliorando la condivisione delle informazioni", ha continuato Musacchio. Il criminologo, in conclusione, ha suggerito di "utilizzare tutte le nuove tecnologie a livello nazionale e sovranazionale, in primis, l'intelligenza artificiale per combattere i crimini economico-finanziari". Il futuro potrebbe prospettare "nuovi cambiamenti della globalizzazione e della digitalizzazione, e una moltitudine di minacce di criminalità finanziaria in continua evoluzione, per cui dobbiamo attrezzarci e farlo presto. Dobbiamo e possiamo vincere queste nuove sfide che ci attendono", ha concluso.

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