Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Le indagini sono partite dal tentato omicidio di un pregiudicato scampato ai suoi sicari nel 2019

Dalle prime luci dell'alba è in corso un'attività di indagine con l'esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Lecce nei confronti di 15 persone, di cui 12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, cui sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere armata, finalizzata al narcotraffico, tentato omicidio, estorsioni, con l'aggravante del metodo mafioso, nonché porto e detenzione di armi ed esplosivi. L'indagine è stata condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa del Nor della Compagnia di Maglie, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, dal mese di agosto del 2019. L'esecuzione del provvedimento ha visto impegnati oltre 120 Carabinieri in forza ai reparti dipendenti dal Comando Provinciale di Lecce, con il concorso dello Squadrone Eliportato Cacciatori ''Puglia'' e le unità antidroga e anti-esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, supportate dall'alto da un velivolo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari.
Le indagini partono dal tentativo di omicidio di un pregiudicato, che sarebbe stato commesso da due persone nel 2019 mediante l'utilizzo di un'arma da fuoco. La causa che ha portato all’esecuzione, mancata, del pregiudicato sarebbe la concorrenza nella lucrosa attività di noleggio di lettini sulle spiagge delle marine leccesi, attività in cui sia la vittima che gli aggressori erano impegnati, ma i cui reali motivi sarebbero legati invece alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti. Difatti, dalle attività investigative emergerebbe una compagine criminale con disponibilità di armi, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, che avrebbe operato nell'area centro-orientale della provincia salentina, diretta da un uomo già gravato da una condanna passata in giudicato per associazione mafiosa, storicamente legato ad un esponente di spicco della Sacra Corona Unita leccese. Nel corso delle attività investigative, infatti, sarebbero state definite le modalità delle attività illecite dell'indicato gruppo criminale, nonché il ruolo dei sodali, la struttura verticistica, le dinamiche interne ed esterne. In particolare, le indagini avrebbero messo in risalto: l'esistenza di una struttura organizzata e verticistica, con distinzione di ruoli, mansioni e gradi; i rapporti tra alcuni degli odierni arrestati (che nell'ambito del gruppo criminale oggetto delle indagini ricoprivano ruoli direttivi) con esponenti di clan riconducibili alla Sacra Corona Unita, non solo leccesi ma anche di altre province della Puglia, con i quali sarebbero stati stretti accordi; l'esistenza di basi logistiche e di una cassa comune che sarebbe stata gestita da uno dei promotori.
E ancora, l'adozione di ritorsioni nei confronti degli affiliati qualora avessero violato le regole ed il ricorso alla violenza fisica per la risoluzione delle controversie anche nei confronti di comuni cittadini; l'organizzazione di incontri periodici tra i sodali, con veri e propri ''summit'' nel corso dei quali i fedelissimi avrebbero preso le decisioni più importanti; interessante a tal proposito, le indicazioni che sarebbero state date da uno dei promotori che, ad un certo punto, avrebbe imposto ai sodali il divieto di ricorrere al compimento di azioni particolarmente eclatanti per risolvere eventuali controversie con il precipuo intento di evitare di attirare l'attenzione delle forze dell'ordine, compromettendo così le proficue attività delinquenziali dell'associazione; l'utilizzo di utenze riservate dedicate alle comunicazioni (che risulterebbero formalmente intestate a soggetti terzi estranei), comunque periodicamente sostituite; significativo in tal senso, l'ipotizzato linguaggio criptico che sarebbe stato utilizzato per indicare lo stupefacente e il denaro impiegato per l'acquisto dello stupefacente. Nel corso delle indagini sarebbero state altresì censite alcune presunte ritorsioni attuate nei confronti di persone scomode, verosimilmente attuate per costringerle a piegarsi alla volontà dell'associazione. Diversi gli episodi di aggressione e danneggiamenti, tra i quali rientrerebbe l'incendio di una rivendita di generi alimentari, posto in essere da tre degli odierni arrestati, che avrebbero causato il danneggiamento degli infissi e l'annerimento delle pareti del locale.

Fonte: AdnKronos

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos