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Marco Galvagni
, gli ultimi due anni trascorsi nel ruolo di esperto a supporto del nucleo tecnico della programmazione economica a Roma, alle dirette dipendenze di Palazzo Chigi, è tornato come segretario comunale a Lona Lases.
In paese è una figura storica, avendo lavorato in questo comune sin dal 2001.
Conosce tutti, ha lavorato con persone che poi sono rimaste coinvolte nella inchiesta Perfido che ha sollevato il coperchio sulle criminalità organizzata.
Il funzionario comunale aveva scritto una relazione di venti pagine in cui denunciava lo sbarco della ‘Ndrangheta dietro al business delle cave del porfido - l'oro rosso come lo chiamano da quelle parti - e l'arrivo di nomi pesanti, come la famiglia Grande Aracri, dagli investigatori ritenuta snodo del radicamento delle mafie calabresi al nord.
“Tutto comincia quando nell’agosto 2014 viene sequestrato in Spagna un carico di porfido e cocaina. Tra le società e gli imprenditori legati alla spedizione c’erano anche imprenditori noti per la loro attività in Trentino”. E da allora che Galvagni ha cominciato a scavare anche tra le imprese del suo paese, perché le imprese specializzate nelle cave – spesso controllate da immigrati calabresi – da quelle parti sono molto potenti. I soci magari siedono anche nei Comuni: nelle istituzioni e nelle società che ricevono le concessioni. “E tutto in queste valli ruota intorno alle cave”, aveva spiegato Galvagni.
Nel suo rapporto trasmesso anche ai magistrati trentini si puntava il dito su diverse società. Una in particolare, la Marmirolo Porfidi, già finita agli onori delle cronache. Quell’impresa, aveva scritto carte alla mano Galvagni, dove – prima del crac – l’amministratore unico era stato una persona che ha ricoperto incarichi istituzionali nel Comune di Lona Lases.
"Praticamente mi sembra di non essere mai partito. Perché diciamo che dopo due anni la situazione è più o meno la stessa. Anche se appunto siamo in una fase commissariale per cui anche questa non è una novità. Siamo formalmente al sesto commissariamento" ha detto il segretario comunale intervistato Francesco Macaro.
"Cambierà il sistema di gestione delle cave - ha detto - in particolare si passerà da da un canone che viene pagato in base a una valutazione di qualità, per semplificare, corredata e interlacciata con altri parametri, quali il numero di personale, volume estratto ecc...Si passerà, finalmente dico io, a un canone a metro cubo estratto. E quindi sarà relativamente semplice. Rimangono sempre e comunque i controlli sui lavoratori e quant'altro" ha spiegato.
Alla domanda sul perché non ci fosse una lista di persone per la candidatura a sindaco, Galvagni ha risposto: "Non saprei. Dovrei entrare nella testa delle persone. Però è evidente che negli anni, per quello che ho registrato io, vi era un tipo di gestione amministrativa che evidentemente dopo quello che è successo non è più replicabile. C'è difficoltà a pensare di gestire l'amministrazione in maniera diversa da prima e quindi ci vuole un salto di qualità e ci vuole parecchio impegno".
Ora, ricordiamo, è arrivato un nuovo commissario straordinario nominato dalla giunta a Lona Lases: "Ringraziamo l'ex commissario Secchi per il grande lavoro che ha fatto", ha detto il presidente Maurizio Fugatti durante la riunione della giunta provinciale a Massimeno. "Oggi grazie a lui. c'è un comune funzionante, noi abbiamo trovato in Alberto Francini la persona giusta. Massimo organo istituzionale, persona che conosce il territorio: penso che sia un messaggio che sgombra il campo da tante polemiche inutili che ci sono state nelle scorse settimane".
Le prossime elezioni per il paese di Lona Lases sono previste per la primavera del 2023.

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