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Il procuratore Danilo Tronci: "Ci siamo confrontati con un'organizzazione chiusa e compatta, complessa e strutturata"

Nella mattinata odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cagliari e del Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali che ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale costituita da soggetti di nazionalità nigeriana gravemente indiziati di delitti di riciclaggio internazionale di proventi illeciti e di esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento. Le attività investigative hanno coinvolto complessivamente 122 persone alcune delle quali ritenute riconducibili all’organizzazione criminale di matrice straniera “EIYE - Supreme Confraternity of Air Lords”. L'attivazione del dispositivo di contrasto valutario dei Reparti del Corpo ha altresì permesso di controllare 44 corrieri partenti da scali aeroportuali italiani in 86 diverse occasioni, e di monitorare il "passaggio" di 1.852.698,83 euro, con conseguente sequestro di somme per 712.099,32 euro e applicazione di sanzioni amministrative per 510.244,32 euro. Le indagini avviate dalle Fiamme Gialle hanno permesso di individuare una struttura  suddivisa in tre gruppi criminali radicati rispettivamente in Sardegna (nel cagliaritano), in Piemonte (nel torinese), in Emilia Romagna (nel ravennate), ma con operatività estesa in altre aree italiane e transnazionale (in Nigeria, Libia e Germania), dediti alla commissione dei reati innanzi indicati, ma anche di identificare le vittime, 50 donne nigeriane, reclutate e condotte da propri connazionali dalla Nigeria. In tutto sono 41 le ragazze destinate alla prostituzione, mentre 9 quelle costrette all’accattonaggio in aree cittadine ove gli indagati avevano ubicato “postazioni di lavoro” sottoposte alla loro influenza e gestite da soggetti (chiamati “madame” o “sister/brother”) dediti allo sfruttamento delle connazionali e/o addetti al controllo sul regolare svolgimento delle attività da parte delle vittime e alla riscossione del pagamento forzato di un canone mensile di 150 euro per l’affitto di dette “postazioni”. In parallelo, le investigazioni sono state indirizzate all'individuazione delle modalità di riciclaggio dei proventi delle predette attività delittuose, prevalentemente destinati ad investimenti immobiliari da realizzare in Nigeria, attuate mediante l'utilizzo di corrieri "portavaligie", l'effettuazione di ricariche su carte prepagate, ovvero attraverso canali di money-transfer.

Schiavitù moderna
Le vittime dell'organizzazione avrebbero dovuto saldare un grande debito per ottenere in cambio la libertà ed evitare conseguenze lesive per loro stesse e i propri familiari in Nigeria. Le ragazze, infatti, una volta reclutate e introdotte in Italia, venivano sottomesse e poste in uno stato di vulnerabilità psicologica, determinato anche dalla celebrazione di macabri riti "voodoo" posti a garanzia del debito contratto.

Gli investimenti in Nigeria
Soldi nascosti nei pacchi di pasta o nei manici dei trolley, provenienti dallo sfruttamento della prostituzione e dalla tratta delle donne, trasferiti in Nigeria dove erano riciclati in investimenti immobiliari. E' questo il sistema scoperto dalla Guardia di Finanza e della procura di Cagliari. Gli accertamenti, durati due anni, hanno consentito di scoprire che i soldi venivano trasferiti attraverso i money transfer o con il sistema 'hawala' ma soprattutto con una serie di corrieri che, ha spiegato il sostituto della Procura Nazionale Diana De Martino - effettuavano anche cento viaggi in un anno, molti dei quali trasportando somme eccessive che hanno attirato l'attenzione degli inquirenti. I finanzieri hanno individuato almeno 11 'squadre' di corrieri ognuna delle quali era composta da diverse persone operative in Sardegna, Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, 9 delle quali residenti in Libia, Nigeria e Germania. Corrieri che avrebbero trasferito illecitamente in Nigeria almeno un milione e 800mila euro. "Ci siamo confrontati con un'organizzazione chiusa e compatta, complessa e strutturata" ha sottolineato il procuratore di Cagliari Danilo Tronci. "Abbiamo svolto una poderosa, importante e articolata attività economico finanziaria, concentrandoci sulle indagini bancarie” - ha aggiunto il capo dello Scico della Gdf il generale Alessandro Barbera - approfondendo le 63 segnalazioni di operazioni sospette e effettuando una attenta analisi degli spostamenti di denaro" con i vari canali, in totale circa 12 milioni. "Si tratta - ha concluso - di una delle prime attività che va a delineare il sistema organizzato di trasferimento di denaro di natura illecita".

Inoltre gli investigatori della Gdf seguendo le modalità di riciclaggio hanno scoperto investimenti immobiliari da realizzare in Nigeria. I soldi venivano movimentati con corrieri "portavaligie", ricariche su carte prepagate, e canali di money-transfer. A completare il quadro dei traffici - spiegano gli inquirenti - anche la capillarità del sistema "hawala", utilizzato dagli indagati per il trasferimento informale di denaro o valori all'estero. L'"hawala" avvalendosi di migranti per inviare i propri risparmi alle famiglie d'origine - si aggiunge - permette di superare le barriere burocratiche dei sistemi convenzionali e, soprattutto, concede di inviare fondi in zone isolate in cui non sono presenti istituzioni finanziarie. Ma è illegale nella maggior parte dei paesi occidentali, in quanto utilizzato dalla criminalità e dai gruppi terroristici per finanziare le proprie attività delittuose o per occultarne i proventi facendo leva sull'anonimato e sulla non tracciabilità.

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