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Da donna boss a mancata collaboratrice di giustizia: l'ex avvocato penalista Angela Porcello, cancellata dall'albo dopo l'arresto per associazione mafiosa nell'ambito del blitz scattato il 2 febbraio del 2021, chiede adesso il concordato di pena. Si tratta, in sostanza, di un patteggiamento in appello che consente, in cambio della rinuncia ad alcuni motivi del ricorso, di ottenere una riduzione della condanna. In primo grado, il 6 dicembre dell'anno scorso, il gup di Palermo, Paolo Magro, le aveva inflitto 15 anni e 4 mesi di reclusione. Il suo legale Giuseppe Scozzari, all'apertura del processo di appello, ha comunicato di avere formalizzato la richiesta per la quale è necessario un consenso da parte della procura generale. La professionista, secondo quanto hanno accertato le indagini e il processo di primo grado, aveva dismesso la toga per gestire gli affari mafiosi insieme al compagno Giancarlo Buggea. In primo grado, in tutto, nello stralcio abbreviato del processo, erano state decise 15 condanne e 5 assoluzioni. In appello, davanti al collegio presieduto da Antonio Napoli, approdano adesso le posizioni di 13 imputati riconosciuti colpevoli. Nello studio dell'avvocato Porcello, sostiene l'accusa, si sono tenuti summit e sarebbero stati messi insieme i capi mafia di diverse province e realtà territoriali per discutere di strategie e dinamiche. Sarebbe stata, in definitiva, una vera e propria "consigliori" e cassiera del clan. La donna ha più volte provato a intraprendere la strada della collaborazione con la giustizia venendo, tuttavia, "bocciata" per l'inconsistenza delle sue dichiarazioni. La maxi operazione "Xydi", peraltro, ha fatto luce sull'ultima rete di fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza e morto per una grave malattia nelle scorse settimane. Il personaggio principale dell'operazione è proprio l'ex penalista. Venti anni sono stati inflitti, invece, all'imprenditore mafioso Giancarlo Buggea, di Campobello di Licata, ex compagno di Angela Porcello, già condannato negli anni scorsi nell'inchiesta "Ghost". La professionista avrebbe strumentalizzato la sua attività innanzitutto per incontrare il boss Giuseppe Falsone al 41 bis e veicolare i suoi messaggi dal carcere ma non solo: Angela Porcello avrebbe fatto da "cassiera" del mandamento promuovendo e organizzando una serie di incontri con associati anche di altre province.

Fonte: Agi

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