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Le autorità del Perù hanno accolto la richiesta di rogatoria formulata dalla procura di Firenze, nell'ambito dell'inchiesta su Kataleya, la bambina peruviana scomparsa dall'ex hotel Astor lo scorso 10 giugno. Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e i sostituti Christine von Borries e Giuseppe Ledda, che indagano per rapimento a scopo di estorsione, ascolteranno in video conferenza 14 persone, parenti e amici dei genitori della piccola che si trovano in Perù e potrebbero sapere qualcosa sulla vicenda. Gli accertamenti sono legati a una delle piste battute dagli inquirenti, quella, suggerita dal padre della bimba scomparsa, di un rapimento per errore, legato a una vendetta per droga mai pagata. Nelle prossime settimane saranno ascoltati, lo zio paterno di Kata, detenuto in un carcere a Lima e un altro peruviano, recluso nello stesso penitenziario e protagonista di una vicenda di droga che risale ad aprile 2022. L'uomo era stato denunciato a Firenze perché trovato in possesso di 13 chili di marijuana in un appartamento, nel quartiere di Novoli. In quell'abitazione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, viveva anche una donna, mamma di una bambina della stessa età di Kataleya: madre e figlia sarebbero poi andati a vivere dell'ex hotel Astor, abusivamente occupato. Un'ipotesi è che Kata sia stata scambiata per quest'ultima bambina e che sia stata rapita per una vendetta. Tra le altre ipotesi sulla sparizione della bambina peruviana, c'è anche quella di una possibile ritorsione per il racket degli alloggi all'ex Astor, che ha portato ad agosto in carcere lo zio materno della piccola.

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