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Accolta la richiesta di archiviazione per insussistenza del reato di associazione segreta. Ora però ad Amara spetta l’udienza preliminare per calunnia

Non esisteva alcuna associazione segreta tipo loggia P2, come sosteneva inizialmente l’ex avvocato esterno di Eni Piero Amara. Si riassume così la valutazione del gip di Perugia che ha disposto l'archiviazione del fascicolo sulla cosiddetta “Loggia Ungheria” nel quale si ipotizzava la violazione della legge Anselmi.

Il giudice ha così "integralmente" accolto la richiesta dei magistrati guidati da Raffaele Cantone i quali, nel luglio dell'anno scorso, avevano chiesto di chiudere la questione ritenendo "non adeguatamente riscontrata" l'ipotesi di una "intensa attività di interferenza" di una presunto gruppo di una novantina di persone su organi costituzionali quali il Csm, soprattutto le due consiliature precedenti all'attuale, ma anche su altri enti e istituzioni pubbliche. L'archiviazione del procedimento è avvenuta con un decreto di 120 pagine "particolarmente motivato e articolato", riferisce la procura di Perugia. Il gip ha quindi ricostruito "in modo completo e dettagliato" l'intera indagine condotta dall'Ufficio guidato da Raffaele Cantone. Nella giornata di ieri il gip ha quindi ritrasmesso alla procura il procedimento. Nove gli indagati, tra cui Amara, per i quali era stata chiesta l'archiviazione, accolta, dell'accusa di avere violato la legge Anselmi. Avanzata dalla procura con un'istanza di 167 pagine accompagnata da 15 faldoni di documenti. L'indagine era partita dalle dichiarazioni rese da Amara a Milano tra dicembre 2019 e gennaio 2020 nell'ambito dell'inchiesta sul 'falso complotto Eni'. Ma - rilevavano i magistrati perugini nella richiesta di archiviazione - soprattutto nei più recenti interrogatori l'avvocato siciliano aveva modificato alcune delle sue affermazioni iniziali, "sminuendo, in modo inspiegabile", il ruolo di quella che aveva indicato come una nuova "loggia P2", alla quale, a suo dire, avrebbero aderito una novantina di persone, sostenendo che era nata "con finalità nobili".

Intanto il prossimo 21 settembre si terrà l’udienza preliminare per un’altra inchiesta che vede però Amara quale calunniato 65 persone, tra cui esponenti del mondo della politica, della magistratura, delle forze dell'ordine e dell'imprenditoria, sostenendo fossero affiliati alla presunta “loggia Ungheria”, la Procura di Milano a maggio scorso aveva chiesto il processo per l'ex avvocato e per il suo collaboratore Giuseppe Calafiore. La richiesta di rinvio a giudizio firmata dal Pm Stefano Civardi e dal procuratore Marcello Viola è finita sul tavolo del gup Guido Salvini che ha fissato l'udienza preliminare per la prossima settimana. Amara nei 5 interrogatori resi ai Pm milanesi nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto falso complotto Eni aveva accusato "falsamente" se stesso e una serie di alti funzionari dello Stato fino a porporati, di far parte dell'associazione segreta "che si proponeva quale continuazione della sciolta" P2, che dagli accertamenti è risultata essere inesistente. 
Tra i 65 presunti calunniati figurano, ad esempio, l'ex vicepresidente del Csm Michele Vietti, l'ex consigliere del Csm Sebastiano Ardita, l'ex primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, l'allora sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo. L'udienza preliminare si aprirà il prossimo 21 settembre davanti al gup Guido Salvini. La vicenda della loggia Ungheria e dei verbali di Amara due anni fa sono stati al centro di uno scontro tra magistrati che ha investito non solo le 'toghe' di Milano ma anche quelle di tutta Italia.

Foto © Imagoeconomica

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