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L’incontro tra il caporedattore di ANTIMAFIADuemila e il pm di Catania Fabio Regolo

Piazze di spaccio organizzate con le vedette e case abbandonate con cunicoli usati per lo spaccio di cocaina; miliardi di euro di fatturato; tonnellate di droga che transitano nei nostri porti; impresa mafiosa o impresa collusa.
Ma anche atteggiamento mafioso o comunque prepotente e di prevaricazione rispetto all'altro, corruzione, influenza degli appalti pubblici e agganci con personaggi istituzionali per coprire interessi e talvolta anche responsabilità indicibili.
Mafia visibile e mafia invisibile. La prima portata in pompa magna sui giornali, la seconda colpevolmente adombrata.
Quale delle due pesa di più? Come la mafia si è fatta sistema? E perché da oltre centocinquant'anni non si ancora riusciti a sradicarla del tutto?
Sono queste alcune delle domande a cui hanno cercato di rispondere il sostituto procuratore di Catania Fabio Regolo e il caporedattore di ANTIMAFIADuemila Aaron Pettinari durante un incontro organizzato dai ragazzi del Gruppo Scout AGESCI Porto San Giorgio, presso la villa Rivafiorita.
"Qual'è la definizione di mafia?" domandano i ragazzi.
Esiste la definizione del codice penale, il 416 bis, un articolo che contiene "fiumi di sangue" di chi è caduto per dimostrare l'esistenza della mafia, ha spiegato Regolo ricordando che negli anni '80 "avevamo libri che dicevano che non esisteva la mafia in quanto tale ma singole persone che commettevano reati".
Quell'articolo, approvato dopo la morte di Pio La Torre, permette alla magistratura di processare e condannare chi appartiene "all'organizzazione criminale di stampo mafioso".


pettinari regolo 2


Sebbene questo sia "l'aspetto più accattivante" esiste anche la cosiddetta 'zona grigia' cioè quella particolare parte di mafia che va a braccetto con certa politica e con certa imprenditoria.
Sono questi gli elementi che hanno permesso "a quello zoccolo duro e nero della criminalità organizzata di diventare quello che è", ha detto il magistrato ricordando che i possidenti di ingenti quantità di denaro liquido "fanno la voce grossa" con gli imprenditori in difficoltà: la mafia "rileva interi settori industriali. Entra facendo prestito e sottoscrivendo capitali aiutando il proprietario in difficoltà e poi rilevando la società" ha detto Regolo.
Ma non può essere solo questo, la mafia è anche altro: l'abbiamo sempre intesa "come organizzazione criminale (Cosa nostra, Camorra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita etc...)" ha detto Aaron Pettinari, ma, come scrisse Rita Atria (testimone di giustizia morta il 16 luglio 1992 e considerata la settima vittima della strage di via d'Amelio) "per sconfigge la mafia dobbiamo prima sconfiggere la mafia che è dentro di noi". Si può quindi parlare di "atteggiamento mafioso o comunque prepotente o di prevaricazione rispetto all'altro", ha detto il giornalista.
Per rimarcare il concetto Regolo ha ricordato quanto Rita Atria ha dovuto pagare per quel suo atto di coraggio: dopo aver bussato alle porte della Procura di Palermo e aver rivelato ciò che sapeva a Paolo Borsellino "torna a casa e trova la madre che aveva cambiato la serratura e che l'aveva rinnegata a tutti gli effetti".
Rita aveva combattuto per la sua libertà, un atto che va sempre più scemando dal panorama odierno: oggi vi è "la scelta della via più breve in cui abdico alla mia libertà e ai miei diritti" ha detto Pettinari.
Ed è in questa abdicazione che il sistema mafia cresce: più che di "fenomeni criminali oggi si dovrebbe parlare di sistema criminale. I fenomeni di corruzione viaggiano a pari passo con la mafia"  - ha ribadito - e noi come cittadini dobbiamo "pretendere che vengano dati gli strumenti giusti alla magistratura" perché "loro hanno le armi spuntate" contro un fenomeno che "esiste da oltre 150 anni".
Da cosa deriva questa anormale longevità?
"L'Europa dal 2014 ci chiede di inserire all'interno del Pil il traffico di stupefacenti e la prostituzione".
Per quanto riguarda il narcotraffico, il monopolio in Occidente lo detiene la 'Ndrangheta con un giro di affari (per difetto) di "80 miliardi di euro l'anno". "Il magistrato Giuseppe Lombardo (procuratore aggiunto presso la procura di Reggio Calabria) mi ha detto che ci sono stati collaboratori di giustizia che gli hanno detto 'dottore quello che voi sequestrate è ciò che noi vi facciamo trovare'.
"Ma dal momento che l'Europa vuole che inseriamo all'interno del nostro Pil il traffico di stupefacenti la domanda è: per questo non è stata ancora sconfitta? Perché le mafie fanno Pil?"
ha domandato Pettinari.


pettinari regolo 3


D'altronde "il profilo affaristico è certamente dominante nella criminalità organizzata" ha aggiunto il pm di Catania. Ormai la mafia, ha detto, "è un fenomeno nazionale, europeo e mondiale" e "si cerca di descriverlo come una cosa che riguarda esclusivamente gli altri" ma "io cerco di far capire ai ragazzi che non è così".
Infatti, come ha ricordato il caporedattore di ANTIMAFIADuemila, già la 'Ndrangheta si è adoperata per 'allargare' la sua rete di contatti e i suoi spazi: "Nel 1970 la 'Ndrangheta ha creato la Santa" una sorta di camera di compensazione in cui si trovano allo stesso tavolo 'ndranghetisti, politici, massoni, magistrati, funzionari di Stato etc...
Alla luce di questo gli strumenti che ha la magistratura sono sufficienti ad arginare un fenomeno del genere?
La nostra legislazione antimafia è "invidiata in tutto il mondo" ha precisato Regolo ma è in atto una campagna per smantellarla.
Non è un mistero l'abolizione del resto di abuso d'ufficio e l'intenzione (per ora scemata) di 'rimodulare' il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
L'abolizione dell'abuso d'ufficio ha portato una serie di complicanze, poiché attraverso in un'indagine iniziata contestando quel tipo di reato poteva aprire le porte a un'indagine per reati molto più gravi come per la corruzione.
Inoltre, per quanto riguarda la 'paura della firma' tanto paventata dai media il sostituto procuratore Regolo ha detto chiaramente: "Per poter essere condannati per abuso d'ufficio bisogna violare una specifica norma che non lascia discrezionalità e bisogna averlo fatto in dolo" ha ribadito.
Anche l'istituto dei collaboratori di giustizia ormai è divenuto un vuoto simulacro: "Non conviene più collaborare con la giustizia" ha detto Pettinari, "l'ultimo pentito è stato Spatuzza nel 2008, il resto sono stati collaboratori di medio - basso livello".
Verso la fine i ragazzi hanno avanzato delle domande sulla cattura di Matteo Messina Denaro.
Sicuramente è stato "uno scandalo che è stato preso dopo trent'anni di latitanza". "Io come giornalista mi faccio molte domande e purtroppo molti dei miei colleghi si sono fermati alla prima parte" cioè ai quadri e agli adesivi sui frigoriferi.
"Come una persona del genere è stata latitante per trent'anni? Prima del suo arresto alcuni magistrati avevano affermato che era protetto da una rete politico - massonica".
"La forza di questi personaggi sta nei loro rapporto con uomini delle istituzioni. La sentenza D'Alì (
sottosegretario al Governo Berlusconi) dice che lui ha favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro".
Cosa possiamo fare noi cittadini?
Pretendere che "lo Stato sia più presente sul territorio". "Quando parlo con alcuni ragazzi dei quartieri poveri di Palermo loro mi dicono 'si tu ci dici che la mafia non va bene' ma poi mi domandano 'come fa mio padre a campare la famiglia?'. E questo è un problema serio, noi dobbiamo pretendere che lo Stato sia presente in determinate zone. Dobbiamo anche pretendere che ci sia la presenza della società civile".

Foto © ACFB

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