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In uno scenario drammatico come quello di questi giorni in Sicilia tra roghi, rete viaria in tilt, trasporti bloccati, mancanza di acqua e luce, emerge con disarmante evidenza l’inadeguatezza della classe politica siciliana incapace di gestire l’emergenza, ma più in generale di avere una visione politico-strategica. E’ in questi momenti drammatici che si evidenziano tutte le carenze dovute ad una mancata programmazione rispetto ai temi della tutela ambientale ma anche alla gestione delle emergenze stesse.
Quello che si sta verificando è un danno senza precedenti. Si rischia di tornare ai numeri pre-pandemia, proprio nel periodo di picco dei flussi turistici e del rientro alla terra d’origine di decine di migliaia di persone, con perdite economiche enormi.
In questo momento il dibattito sul Ponte, per esempio, potrebbe avvertire una frenata di arresto, ma sicuramente soltanto momentaneamente, si tornerà a stretto giro a parlare di un futuro per la Sicilia che non esiste perché figlio soltanto di una certa propaganda e opportunismo di stampo politico, figlio degli interessi di gruppi di potere affaristico-mafiosi.
E’ una politica miope quella regionale, e lo è da decenni, una politica che non guarda avanti, che non guarda al bene comune e al vero sviluppo per quest’isola. Più in generale il nostro in questo momento appare un Paese senza una linea precisa rispetto a temi cruciali per il proprio sviluppo: le parole di un Ministro della Repubblica scagliate contro uno dei simboli della lotta alla mafia come Don Ciotti, lasciano un sapore amarissimo nelle bocche di tanti di noi, di tanti che credono ancora in una possibile rivoluzione culturale di questa nazione... Insomma, è un brutto momento, e la nostra Sicilia, come sempre e come le altre regioni meridionali, paga il prezzo più alto, ma non è soltanto colpa del fuoco dunque.
Rispetto l’emergenza di questi giorni la Cgil Sicilia chiede l’istituzione urgente di una unità di crisi che coinvolga le forze sociali.

Alfio Mannino, Segr. Gen. CGIL Sicilia

Condivide il pensiero che in questa emergenza, purtroppo come in altre, paghiamo il pesante prezzo di una classe politica al governo dell’isola inadeguata?
Sicuramente. Stanno emergendo in queste ore drammatiche ed in tutta la sua chiarezza, di fronte ad una situazione critica, i tentativi di sottacere e sottovalutare i problemi da parte del governo della Regione: affermare che quello che è accaduto non era prevedibile non è onesto e corretto perché, per esempio, la chiusura di due arterie importanti come la Palermo - Trapani e la Palermo - Catania i cui incendi in alcuni punti si sono alimenti a causa delle sterpaglie e quindi dell’incuria e della mancanza di manutenzione, è la dimostrazione di un mancato governo del territorio in generale. Le notizie poi sono confuse e prive di coerenza, è un continuo slittare, da parte del governo regionale, la doverosa e necessaria risposta.
Altro esempio: da giorni chiediamo come CGIL l’installazione di una tensostruttura per la gestione dei bagagli anche all’aeroporto di Comiso, oltre che in quello di Catania, poiché è in sofferenza e non riesce a gestire correttamente i flussi: anche su questo nessuna risposta. Abbiamo chiesto di riarticolare il lavoro in queste giornate di caldo eccessivo, per il bene e la sicurezza di tantissimi lavoratori particolarmente esposti, e anche su questo nessuna risposta. Insomma, è chiaro che non si ha, evidentemente, la percezione della gravità dei problemi e si danno risposte inadeguate o non si danno completamente. Vero forse che le temperature erano imprevedibili, ma i servizi primari sono a terra, pensiamo a quello che è accaduto ai cavi “squagliati” a Catania, alla luce che è mancata per giorni a Palermo, la carenza dunque infrastrutturale è la dimostrazione che se i fatti non erano (forse) prevedibili resta la responsabilità politica di ciò che è accaduto.

Ma davvero non si riesce a superare lo scoglio di questa miopia rispetto a temi strategici e fondamentali come la tutela del territorio e l’investimento sulle infrastrutture siciliane?
Noi scontiamo il fatto che manca una visione strategica: abbiamo un arretramento sul livello infrastrutturale che non è perdonabile, e di cui ancora oggi non si parla. Tutto questo dimostra la miopia della classe politica. Registriamo la totale assenza di una programmazione in una fase in cui avremmo risorse importanti da investire sulle infrastrutture. Sulla rete ferroviaria, ad esempio, che tipo di investimento si sta facendo? Che idea c’è su come collegare complessivamente il nostro sistema viario? Le reti elettriche, la gestione delle acque, la mancanza dunque di una visione strategica fa emergere la debolezza del sistema politico Sicilia che insegue l’emergenza e lo fa a tentoni e che non ha un respiro alto sulla programmazione, come dovrebbe avere.

La Cgil ha chiesto l’istituzione immediata di una unità di crisi, ad oggi si è avuto qualche riscontro?
La proposta nasce proprio perché ci sono problemi su più fronti e quindi occorre istituire un immediato tavolo di confronto con diversi livelli istituzionali e le parti sociali, un tavolo che possa intervenire con strumenti straordinari ma con un controllo sociale per evitare degenerazioni di tipo speculatorio e affaristico che possano sfruttare l’emergenza: qualunque investimento che si fa sulla emergenza deve essere garantito da un controllo sociale. Ad oggi però, anche su questo non abbiamo avuto nessun riscontro, e le dichiarazioni del governo regionale ci sembrano purtroppo andare ancora nella direzione di una “colpevole” sottovalutazione. In conclusione, i fatti gravi di questi giorni ci dicono che sta emergendo chiaramente tutta la fragilità di un sistema politico alla guida della nostra regione decisamente non all’altezza ed incapace. Le difficoltà, purtroppo, si ripresenteranno alla prossima emergenza, e il rinviare senza affrontare i nodi critici è un giocare con il futuro della Sicilia e dei siciliani tutti.


Ci chiediamo, con enorme semplicità? Ma dove sono le strade in questa regione? Dove la rete ferroviaria? I piani d’emergenza per la gestione dei momenti di criticità? La tutela del territorio e la prevenzione? Niente. Nulla. Sono la rabbia e l’impotenza i sentimenti che sicuramente in questo momento albergano negli animi di tutti noi siciliani ma a questi si unisce anche tanta delusione. Le vittime e le centinaia di ettari del nostro patrimonio boschivo andato in fumo sono l’ennesima ferita indelebile provocata a questa regione e ai suoi abitanti: una cicatrice che rimarrà indelebile negli anni, l’ennesima.

In foto: Alfio Mannino, segretario regionale CGIL Sicilia © Imagoeconomica
    

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