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Il popolo italiano è sempre più povero: l'aumento della disoccupazione, la stagnazione dei salari e l'aumento dei costi della vita hanno contribuito a una crescente disparità economica nel paese.
In mezzo a questa difficile situazione finanziaria, una decisione presa dal consiglio di garanzia del Senato ha scatenato una rabbia ancora maggiore: il collegio dei “giudici interni”, lo scorso 5 luglio, ha deliberato il ripristino dei vitalizi tagliati per gli ex senatori ante 2012.
Palazzo Madama tornerà ora a pagare ai suoi ex inquilini vitalizi per circa 70 milioni all’anno.
Un ulteriore segno di disconnessione tra i politici e la realtà quotidiana che le persone vivono.
La decisione è stata votata nell'ultima seduta dell'organismo parlamentare che è stato rinnovato con la nuova legislatura ed era finora composto da Luigi Vitali (ex senatore FI), Ugo Grassi (ex M5s), Alberto Balboni di Fdi, Pasquale Pepe della Lega e Valeria Valente del Pd.
Un passo verso il ritorno ai maxi assegni: infatti nel 2018 erano stati ridotti in alcuni casi anche del 50 per cento con il ricalcolo contributivo, portando a un risparmio di 60 milioni di euro per Palazzo Madama. Nel 2020 il taglio era stato ridotto, prevedendo il ricalcolo dal 2018 soltanto, ma il Senato ha comunque continuato a risparmiare 40 milioni di euro all’anno.
Adesso il taglio è stato eliminato del tutto e a beneficiarne saranno in molti: 851 ex senatori ed ex senatrici e 444 familiari di senatori scomparsi per il principio della reversibilità al coniuge.
Un vero e proprio schiaffo a chi non ha di che mangiare.
In Italia ci sono oltre 10 Milioni di poveri, questi 3,1 milioni si vanno ad aggiungere a quelli già presenti, tutti vittime delle politiche disastrose dei governi che negli anni si sono succeduti.
Agli ultimi due (Draghi e Meloni) va la colpa più grande di aver preferito inviare armi in Ucraina invece di pensare al benessere dei cittadini che ogni giorno diventano sempre più poveri.
Il report 2023 Istat racconta lo stato delle retribuzioni italiane: il potere d'acquisto degli stipendi cala del 2% negli ultimi 10 anni, portando il divario rispetto alla media Ue al -12%.


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© Imagoeconomica


La crescita delle retribuzioni in Italia tra il 2013 e il 2022 invece è stata del 12%: solo la metà di quella osservata nella media dell'UE, che ha registrato un aumento del 23%.
I dati tecnici dicono che con l’inflazione alimentare più alta da quasi 40 anni salgono a oltre 3,1 milioni i nuovi poveri che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi. Il costo di oltre 30 prodotti fondamentali come pane, pasta, burro, nel nostro Paese sono aumentati in media del 14% in un anno, il doppio dell’inflazione, i prezzi di questi prodotti, infatti, sono aumentati del 14%, con riferimento prezzi da giugno 2022 a giugno 2023 a fronte di un tasso di inflazione dichiarato del 7,6% . Fra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalla crisi dal balzo costi dell’energia con il caro bollette e dalla devastazione delle aziende agricole della Romagna.
Una situazione che non sembra preoccupare gli inquilini di Palazzo Madama.
Ho votato a favore del ripristino dei vitalizi per i senatori ante 2012 "perché io sono un giurista, credo nello stato di diritto e nei principi dell’ordinamento costituzionale. Non farlo sarebbe stato in conflitto con la mia coscienza e in quello in cui io credo come giurista. Mi assumo ogni responsabilità della decisione che ho assunto, l’ho fatto in nome della mia coscienza e della mia competenza tecnico giuridica". Ha risposto l’ex senatore M5S (ora militante in “Italia al centro”) Ugo Grassi, che ha votato sì al ripristino dei maxi assegni.
Fino a diversi anni fa bastava aver fatto anche un solo giorno di legislatura per averne diritto, peraltro secondo calcoli che garantivano una somma molto superiore ai contributi versati dai parlamentari. All'inizio del 2012 però sono stati sostituiti dalle pensioni parlamentari - motivo per cui anche l'uso del termine vitalizio è formalmente scorretto -, calcolate secondo metodi contributivi in maniera non diversa da quella degli altri dipendenti pubblici.
Non c'è molto altro da aggiungere: l'era della restaurazione è appena cominciata.

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