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Vorrei non parlare della guerra, dei naufraghi, delle inondazioni, e di tutte le altre disgrazie del nostro paese, alcune fra l’altro abbastanza prevedibili, tipo l’abuso del suolo fregandosene delle conseguenze che sistematicamente arrivano. Non si conosce la data, ma arrivano. Sono prevedibili. Sarebbero evitabili.

Mi pacerebbe parlare di progetti realizzati, di belle imprese, di ragazzi intrepidi e fiduciosi nell’avvenire nonostante tutto. Di sport, di sole, di mare, di vacanze, ma… Quanti di noi andranno in vacanza? La signora che si incatena innanzi al parlamento perché non ce la fa più ad andare avanti andrà in vacanza? Le famiglie che vivono con le pensioni dei genitori o dei nonni andranno in vacanza? I migranti andranno in vacanza o c’è qualche pazzo scatenato che sostiene che qui sono già in vacanza?

L’altro giorno nella sala di attesa del reparto di oculistica all’ospedale di Lentini un ragazzo che sicuramente non aveva le sembianze del migrante, del barbone, o chissà cos’altro ancora, gentilmente si avvicinava a delle persone chiedendo loro di farlo lavorare o di indirizzarlo presso qualcuno che avesse bisogno di mano d’opera. Qualunque cosa.

Era impressionante il sui garbo e la sua discrezione nel chiedere aiuto e ringraziare.

Eppure in televisione non sento parlare di altro che sono stati aumentati gli stanziamenti per tutto. E che aver tolto o ridotto il reddito di cittadinanza non è un problema. Ma com’è che i lavoratori e i disoccupati non si accorgono di nulla?  E perché, visto che non c’è lavoro per tutti, si vogliono premiare gli straordinari?

Ricordo male o si diceva lavorare meno lavorare tutti?

Lo so che l’atmosfera è cambiata, che il vento è cambiato e sussurra bufera. E come vorrei che chi non ce la fa più, chi è disoccupato, chi non arriva alla fine del mese, chi vive grazie ai nonni, chi è ricattato dalle banche che fanno finta di non capire, organizzasse una bella bufera.

Sono anni che mi chiedo cosa si aspetti per scendere in piazza. Cosa si aspetta per protestare seriamente invece di brontolare e lamentarsi e nel frattempo votare a destra?

Lo so, la sinistra ci ha delusi. Il centro sinistra ci ha traditi. Ma anche tutti noi cosa facciamo di concreto? Ci siamo fatti sentire?

QUANDO LA SCUOLA DIVENTA CREATIVITÀ

L’altro giorno la mia nipotina mi ha invitato alla presentazione di una mostra nella sua scuola, Istituto comprensivo Carlo Alberto Dalla Chiesa del comune di San Giovanni la Punta.

È stata una bella sorpresa.

All’inizio una insegnante pacatamente ci ha spiegato le questioni annose dei finanziamenti per la cultura e che con quei pochi arrivati alla scuola sono riusciti a organizzare dei corsi di scherma, di teatro, e così via. L’insegnante di arte che desiderava far fare delle attività ai ragazzi ne era rimasta fuori e delusa. Allora ha avuto un’idea, prendere dei volontari e fare qualcosa di artistico per la scuola. L’adesione dei ragazzi è stata numerosa e volenterosa. Pomeriggi extrascolastici a lavorare e divertirsi insieme e la scoperta di una passione che alcuni di loro non conoscevano. Qualcuno sì e anche molto bene.

Uno spazio dell’istituto, una specie di grande salone di passaggio, luminoso ma triste perché arredato da una serie di armadi metallici grigi e tetri è stato trasformato come per magia in uno spazio allegro, colorato e forse non più di passaggio. Disegni coloratissimi, stilizzati magnificamente hanno riempito le ante dei vecchi armadi, che, messi tutti a ridosso di una lunga parete sono proprio belli a vedersi. Un bel colpo d’occhio. E lo stesso trattamento hanno subito le colonne del salone. Una armonia cromatica perfetta. Una allegrezza e una giocosità del cuore trasferita alla scuola. E alla faccia dei finanziamenti.

BUONA ESTATE A TUTTI NONOSTANTE TUTTO

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