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palermo-tribunale-seradi AMDuemila - 14 aprile 2015
Procuratore Scarpinato: "Non avrei mai immaginato. Chiederò a prefetto provvedimento d'urgenza"
Un punto perfetto per tenere sotto tiro i magistrati di Palermo, ma il condominio del palazzo di fronte al Tribunale si rifiuta di metterlo in sicurezza con delle telecamere. "Io ho fatto un inventario dei punti deboli attualmente esistenti - ha raccontato il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, a Restate Scomodi su RadioUno della Rai - e uno di questi è proprio un terrazzo che si trova in un palazzo di fronte al palazzo di giustizia e che costituisce una piattaforma di sparo per i cecchini che vogliono far fuori i magistrati, quindi ho subito richiesto che venissero collocate le telecamere per inquadrare questo lastricato solare e con mia grande sorpresa dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza ho appreso che il condominio si è rifiutato. Naturalmente sono tornato alla carica".

Da mesi infatti la Procura di Palermo sta vivendo un'escalation di tensione per le sue condizioni di sicurezza. A settembre qualcuno era entrato nell'ufficio di Scarpinato lasciando sulla scrivania una lettera anonima di minacce. “Possiamo raggiungerti ovunque” era scritto nella missiva, oltre all'invito ad interrompere le proprie indagini. Poche settimane dopo la scritta "Accura" (che in dialetto siciliano vuol dire, "Stai attento", ndr) sulla polvere della porta, quella che sta proprio di fronte l’anticamera della stanza del pg. Senza contare le ripetute minacce al pool che si occupa del processo trattativa Stato-mafia, in particolare a Nino Di Matteo. E poi la segnalazione della presenza di uomini armati davanti all'ingresso secondario del circolo tennis di San Lorenzo “Tc2”, frequentato saltuariamente dal pm. "Sto chiedendo al prefetto di emettere un provvedimento d'urgenza - ha proseguito Scarpinato - avvalendosi dei suoi poteri, non voglio fare valutazioni di merito ma non posso che esprimere la mia meraviglia e la mia amarezza per essere costretto a misurarmi anche con resistenze di questo genere che non avrei mai immaginato".
Commentando la strage di Milano, Scarpinato è intervenuto poi in merito alle polemiche su sicurezza pubblica e sicurezza appaltata ai privati. "E' una decisione che è stata assunta nel 2002/2003 che io trovo ancora incomprensibile, - osserva - è come se la mia scorta invece che essere affidata ai carabinieri fosse affidata ai vigilantes privati, non capisco la differenza, qui si tratta di una scorta mobile, lì si tratta di una scorta fissa ad un palazzo di giustizia che deve assolvere una funzione essenziale dello Stato. Salvaguardare la vita dei magistrati e delle persone che sono dentro il palazzo, si può esternalizzare ad un istituto di vigilanza privata? Si può ricorrere al mercenariato per una funzione essenziale dello Stato?". Ha infine osservato Scarpinato: "Non possiamo piangere i morti dopo, dobbiamo pensarci prima a evitare che possano verificarsi eventi luttuosi e ciascuno deve assumersi le sue responsabilità e passarsi una mano sulla coscienza".

Fonte ANSA

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