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Udienza rinviata al prossimo 11 luglio, l’ex tenente colonnello della dittatura Videla deve rispondere di omicidi e torture

Si è tenuta stamani al tribunale di Roma, l’udienza preliminare per Carlos Luis Malatto (in foto), 75enne cittadino italiano e tenente colonnello del RIM-22 di San Juan, accusato di omicidio per la morte di otto persone nell'ambito del Piano Condor, la repressione delle giunte militari del Sudamerica contro gli oppositori politici attuata alla fine degli anni '70. L'udienza, prevista per questa mattina, è stata rinviata al prossimo 11 luglio. La presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite l'Avvocatura dello Stato, ha annunciato che chiederà di essere parte civile nel procedimento. La procura, dopo una denuncia presentata nel 2015, lo scorso anno ha chiuso le indagini su Malatto, che dal 2011 vive in Italia. Nel procedimento figura parte offesa anche l'ambasciata argentina in Italia. Malatto - che vive in Sicilia, in provincia di Messina - era presente in aula e, dopo il rinvio, è andato via senza rilasciare dichiarazioni. Hanno annunciato la volontà di costituirsi parte civile anche il Pd, Cgil Cisl e Uil, l'associazione '24 marzo onlus', la Rete federale per i diritti umani e l'Assemblea permanente per i diritti umani. Oggi accompagnato dai loro legali, erano presenti anche diversi familiari di alcune delle otto vittime. "In questo procedimento non si parla di un crimine normale ma contro l'umanità”, ha detto al termine dell'udienza Emiliano Rostagno, nipote di Armando Alfredo Lerouc e di Marta Elida De Lourdes Saroff. A partecipare all'udienza preliminare anche il nipote Juan Carlos Campora, all'epoca dei fatti rettore dell'università di San Juan. "Mio nonno è stato sequestrato nel 1977, aveva 56 anni. E' passato molto tempo ma confidiamo che l'Italia faccia giustizia".

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