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Il 5,8 per cento della popolazione mondiale consuma sostanze stupefacenti

I proventi del narcotraffico, secondo il Fondo Monetario Internazionale, conteggiati in transazioni legali rappresentano l'11,3 per cento di tutte le importazioni degli Stati Uniti.
Una fetta tremendamente grande che pesa come macigni sui bilanci dell'economia e sulle scelte politiche.
C'è poco da dire: il narcotraffico è un settore che sforna ogni anno proventi per miliardi di euro ed è in continua espansione. Secondo l'ultimo rapporto sulle droghe del 2023, pubblicato dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga e il Crimine (UNODC), circa 296 milioni di individui nel mondo sono consumatori abituali di sostanze stupefacenti, il che rappresenta circa il 5,8% della popolazione globale. Questo dato evidenzia un aumento del 23% nell'arco di dieci anni. La cannabis si posiziona al primo posto con 219 milioni di consumatori, seguita da 36 milioni che utilizzano anfetamine, 22 milioni che praticano il consumo di cocaina e 20 milioni che si dedicano ad ecstasy, metanfetamina e chetamina.
Nemmeno il Covid sembra essere stato in grado di scalfire il ritmo dei guadagni dei signori della droga, anzi, tramite una complesso piano le varie mafie ('Ndrangheta in testa) hanno tracciato nuove rotte, stretto alleanze e rinvigorito il mercato con nuove sostanze.
Una di esse è per esempio il fentanyl, un concentrato 50 volte più forte dell'eroina e di facile trasporto. Questa sostanza, come riporta L'Espresso, ha un volume di affari da capogiro: nel 2009, secondo dati delle principali agenzie antinarcotici, era di 84 miliardi. Una cifra molto vicina al fatturato di Bill Gates, eppure non la più redditizia.
Altre fonti calcolano che gli incassi della cocaina si aggirano intorno ai 350 miliardi di dollari. La produzione della polvere bianca è in continua crescita portandosi dietro guerre e molte vittime tra i civili.
I protagonisti di questa nuova mattanza sono i cartelli messicani che, stanchi del ruolo da intermediari, hanno deciso, fucile alla mano, di prendere il controllo dell'intera filiera: dalla coltivazione, alla produzione, al trasporto, fino allo spaccio. Lo hanno fatto scendendo a sud lungo il Continente latinoamericano, conquistando alcune aree dell'Ecuador, la Costa Rica, la costa del Pacifico che dal Cile fino al Guatemala (con epicentro il Chiapas, Sud del Messico) è diventata il corridoio lungo il quale si spostano i corrieri della droga.
I Cartelli hanno conquistato la città di Durán, in Ecuador, trasformandola in uno dei principali punti di carico della cocaina. L'operazione 'militare' dei narcos ha rotto gli equilibri tra le bande locali e innescato una serie di ritorsioni e vendette trasversali.
L'obiettivo sono i porti e le infrastrutture che permettono alla droga di fluire a l'arrivo dei precursori chimici che servono per preparare la cocaina.


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Le nuove frontiere del narcotraffico digitale

I broker della 'Ndrangheta, ha detto il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri in una recente conferenza, ha detto che "non c'è bisogno che vada più nella foresta amazzonica a comprare due tonnellate di cocaina perché li prenota, li ordina, li compra nel dark web stando seduto nel salotto di casa".
Per questo "abbiamo bisogno di hacker e di ingegneri informatici" in grado di bucare i sofisticati sistemi di comunicazione che le mafie si sono costruite.
Ma "la mia preoccupazione è che molte volte ci sono addetti ai lavori non idonei alla funzione, molte volte c'è gente che ha grande responsabilità e non sa di cosa stiamo parlando, molte volte c'è gente che ha responsabilità di spesa e non sa quale tecnologia scegliere e quindi da questo punto di vista c'è tanto da fare, c'è tanto da recuperare ma noi ovviamente non stiamo parlando di caccia alle streghe, stiamo parlando di cose, stiamo parlando di fatti già accaduti che stanno accadendo. Perché - ha continuato - mentre noi scriviamo il libro, noi abbiamo visto come la 'Ndrangheta ha pagato a soldati degli hacker tedeschi e degli hacker rumeni per fare transazioni finanziarie per milioni di Euro e in pochissimo tempo transazioni in tre banche che si trovano in tre continenti. Oppure abbiamo visto come quando io mi sono insediato a Napoli, mi sono insediato il 28 ottobre 2023, ho visto come la Camorra estrae criptovalute, in una sola operazione siamo riusciti a sequestrare il valore di 280 milioni di Euro che poi trasformati in Euro sono entrate nel Fondo Unico a Giustizia, quindi nella disponibilità del Ministero della Giustizia".

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Il controllo dei porti

La conquista delle banchine è vitale nel traffico degli stupefacenti. Le nazioni di ingrasso in Europa restano l'Olanda, il Belgio e la Spagna. Ma la Norvegia, la Russia e perfino la Svezia stanno prendendo piede. L'Italia, riporta L’Espresso, ha il porto di Gioia Tauro, dove nel 2023 sono avvenuti l'80,35% dei sequestri mondiali di droga. Altri punti di ingresso si trovano in Africa  con gli isolotti davanti alla Guinea Conakry che fungono da centro di stoccaggio per la merce che proviene dal Brasile.
Santos, situato sul litorale di San Paolo, rimane il principale centro nevralgico nell'Oceano Atlantico. La coca viaggia attraverso i fiumi che interconnettono la Bolivia, il Paraguay, l'Argentina e l'Uruguay, per approdare infine in Brasile. Da qui, si distribuisce verso l'Africa e l'Europa o risale l'Atlantico, transitando per il Venezuela e trovando rifugio nei Caraibi, che si sono rivelati punti di transito e deposito vantaggiosi. Sebbene la Giamaica si proponga come principale approdo, la presenza di numerosi atolli lungo il tragitto offre alternative interessanti lungo la via.
Prossimo a Guayaquil, il sito è difeso con fermezza, ma registra alti tassi di omicidi: passando da 6 per ogni 100.000 abitanti nel 2016 a 44,5 nel 2023. La sua posizione strategica confinante con Perù e Colombia, principali produttori di sostanze stupefacenti, lo rende vitale.
La rotta prosegue lungo la costa fino al Messico, dove la sostanza illecita viene trasferita su autocarri diretti al confine con gli Stati Uniti. L'inquietante tasso di omicidi (105 per ogni 100.000 abitanti) sottolinea l'importanza cruciale del Messico nel controllo del traffico di droga. I due potenti cartelli, Jalisco Nueva Generación e Sinaloa, si contendono il territorio che si estende verso il confine statunitense.


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Crisi diplomatica Usa - Cina

La crisi del fentanyl ha creato una spaccatura diplomatica tra Cina e Stati Uniti. Questi ultimi hanno ricostruito le rotte dei precursori chimici scoprendo che i cartelli della droga messicani sono riforniti proprio dal dragone asiatico. L'operazione 'Last Mile', condotta dalla Dea, aveva portato all'arresto di oltre tremila persone e svelato la capacità dei cartelli della droga messicani di Sinaloa e Jalisco di ottenere fentanyl e metanfetamina.
Secondo gli investigatori americani i narcotrafficanti usavano bande di strada e gruppi criminali negli Stati Uniti come manovalanza per lo spaccio della droga nonché anche i social media come Facebook, Instagram, TikTok e Snapchat e piattaforme crittografate come WhatsApp, Telegram, Signal, Wire e Wickr per coordinare la logistica.

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