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Con “La scelta” il giornalista più amato dal grande pubblico svela alcuni particolari inediti sulle inchieste di Report

Sigfrido Ranucci, giornalista d’inchiesta amato e apprezzato dal grande pubblico, ma che non gode dello stesso apprezzamento da parte degli uomini di potere, si racconta durante una video-intervista con “Sicilia Buona”. Il noto conduttore televisivo è anche autore del libro “La scelta” (ed. Bompiani), con il quale ha ripercorso alcune delle indagini più scomode condotte insieme alla squadra di Report.

Parlando del suo ultimo libro, Ranucci ha ricordato alcune scelte di vita, incluse quelle che rifarebbe, ma con maggiore cautela. Poi, qualche accenno alle interviste che hanno mostrato il volto di un Paese, l’Italia, dove illeciti e cattivo esempio spesso diventano una prassi. “All’interno di questo libro ho raccontato anche la mia intervista al politico Denis Verdini, il senatore della Repubblica italiana che ha ammesso la normalità di incassare 800mila euro in nero attraverso un’operazione immobiliare con un muratore siciliano. A distanza di anni - ha proseguito Ranucci - me lo ritrovo coinvolto nella vicenda Anas, dove, secondo i magistrati, continua a incassare in nero. Oppure, di un politico come Tosi che tenta di fermare un'inchiesta che parla di lui, facendo pressioni sulla dirigenza Rai. Oggi, Flavio Tosi è candidato alla presidenza della Regione Veneto”. Poi, l'incontro in Autogrill tra Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini. “Svelo anche i retroscena e tutta la verità sulla professoressa che ci ha consegnato il materiale”, insieme a diversi “abusi che ho dovuto digerire e sopportare in nome della libertà di stampa. Molti mi dicono che sono un eroe, ma vorrei essere semplicemente un giornalista che fa il suo mestiere, magari in condizioni diverse”. 

Un libro, dunque, che racconta come il mestiere del giornalista d’inchiesta sia affascinante ma, nella migliore delle ipotesi, anche ricco di turbamenti. Per questo stesso motivo, Ranucci ha voluto dare qualche consiglio ai giovani che intendono iniziare questo mestiere. “Chi intraprende questa strada deve crederci. In questo periodo, il rischio maggiore è quello di confondere il mezzo come i social e il web con i contenuti, che devono essere ben distanti: lo strumento rimanga tale, mentre i contenuti devono essere approfonditi e studiati. Non è possibile prendere per buone tutte le informazioni che vengono raccolte sul web, oppure da altri organi ufficiali. Bisogna continuare a mantenere una sana curiosità”. Un altro consiglio: “Per realizzare le inchieste, segui i soldi, perché porteranno sempre da qualche parte”.

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