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Ieri mille persone hanno animato un corteo antimafia a Cutro, il centro della provincia di Crotone in cui è nato e vissuto il boss della ‘Ndrangheta Nicolino Grande Aracri, di 65 anni, che sta scontando una condanna definitiva all'ergastolo perché accusato di avere gestito attività criminali in tutta la Calabria e nel nord Italia, in particolare nella zona di Reggio Emilia. La manifestazione è stata promossa dal Comune e da alcune associazioni in segno di solidarietà con gli imprenditori che, di recente, hanno denunciato i loro estorsori, facendoli arrestare. I commercianti hanno chiuso i loro negozi nel momento del passaggio del corteo ed affisso sulle saracinesche il cartello con lo slogan della manifestazione, "'Ndrangheta...Cutro è un’altra cosa". Lo stesso cartello è stato esposto dai manifestanti che aprivano il corteo. "La gente vuole iniziare a liberarsi", ha detto un giovane imprenditore, Antonio Gaetano, che ha partecipato alla manifestazione. "Questa gente, che ruba il nostro futuro chiedendo il 'pizzo', va schifata", ha detto il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, in testa al corteo insieme ad altri primi cittadini ed al presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari. "La presenza di così tante persone - ha aggiunto Ceraso - rappresenta un segnale di cambiamento importante. Una rivoluzione contro chi chiede mazzette perfino ai piccoli imprenditori. Non si capisce quali operatori economici possano venire ad investire nel nostro territorio se non si smantella questo tessuto marcio. Stiamo sollecitando questo risveglio da sempre. Subito dopo la mia elezione ho detto che il Comune di Cutro si sarebbe costituito parte civile in ogni processo contro la ‘Ndrangheta che riguarda il nostro centro. E così è stato fatto perché Cutro non è ‘Ndrangheta, che non ha più casa qui. Ed oggi la mia gente ha dimostrato di non avere paura. Sono orgoglioso di essere il loro sindaco".

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