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I collegamenti con l’operazione “Eureka” eseguita dalla Dda di Reggio Calabria

Il "Gruppo di Erfurt", una cellula della 'Ndrangheta attiva nel capoluogo della Turingia e nel resto del Land, così come in Sassonia "da più di 25 anni", sarebbe responsabile di numerosi casi di riciclaggio di denaro. È quanto riferisce l'emittente radiotelevisiva "Mdr", aggiungendo che da anni le autorità tedesche monitorano uno stabile "nel nord di Erfurt".
Si sospetta, infatti, che si tratti di "uno degli immobili strategici più importanti" degli esponenti della criminalità organizzata calabrese nella città. L'edificio - come ha riportato Agenzia Nova - è stato acquistato "alla metà degli anni Novanta" da imprenditori e ristoratori italiani, presumibilmente appartenenti al "Gruppo di Erfurt", per allestirvi degli appartamenti. Gli inquilini sono stati "per lo più italiani" che lavoravano in uno dei tanti ristoranti italiani della città e provenivano "per lo più dalla Calabria", in particolare da San Luca, una delle roccaforti della 'Ndrangheta nella regione. Le autorità tedesche hanno accertato che all'indirizzo dell'immobile si sono registrati negli anni "234 cittadini italiani". Alcuni hanno vissuto nello stabile "per anni", altri "per pochi mesi", lavorando in ristoranti ritenuti della criminalità organizzata calabrese a Lipsia, Dresda e Monaco di Baviera. In parte, questi inquilini sono stati segnalati a San Luca. Ora, un'inchiesta condotta da "Mdr" con il quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung" rivela che, nel 2019, la società Gbr ha venduto lo stabile nel nord di Erfurt e un magazzino a un gruppo immobiliare bavarese per 2,84 milioni di euro. La Gbr appartiene a tre imprenditori italiani, di cui due sospettati di affiliazione alla 'Ndrangheta, mentre l'altro sarebbe stato il contabile del "Gruppo di Erfurt".

I legami con uno degli arrestati nell'operazione "Eureka"
Questo socio della Gbr è imparentato con uno degli arrestati durante l'operazione "Eureka", effettuata a maggio scorso contro la criminalità organizzata calabrese in diversi Paesi europei con il coordinamento della procura di Reggio Calabria. In particolare, si tratterebbe di Domenico Giorgi che, fermato in Portogallo con l'accusa di riciclaggio di denaro, aveva risieduto per anni a Erfurt. Con altri esponenti della criminalità organizzata calabrese nella città, Giorgi compare nell'indagine "Fido", condotta dalla procura di Gera sugli investimenti della 'Ndrangheta in Germania fino all'interruzione nel 2006. Per far luce su questo stop, il parlamento della Turingia ha istituito una commissione d'inchiesta al fine di chiarire se all'origine della decisione vi fossero legami tra politica, magistratura e forze di polizia del Land con la 'Ndrangheta.
L’operazione 'Eureka', eseguita il 3 maggio 2023 su richiesta della Dda, racconta non solo dei legami tra la "nostra" 'Ndrangheta ed i narcotrafficanti del Centro e del Sud America con accordi che hanno portato la criminalità organizzata calabrese ad assumere un ruolo primario nell'ambito dei traffici verso l'Europa, ma anche degli ingenti flussi finanziari che vengono prodotti e mossi dalla ‘Ndrangheta nel mondo.
Il vero problema infatti rimane sempre lo stesso: nessuno sa con certezza qual è il peso politico che deriva dalla disponibilità di certi capitali perché interagire con i potentati economici significa fare politica attiva.


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Giuseppe Lombardo © Imagoeconomica


Un dato, questo, sottolineato dal procuratore aggiunto reggino Giuseppe Lombardo (coordinatore dell'operazione assieme al procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dai pm Diego Capece Minutolo e Giovanni Calamita) durante la conferenza stampa nell'auditorium "Fazio" della Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria: "È emerso chiaramente che c'è un investimento di base. Quello che secondo me va altrettanto evidenziato è che questa operazione consente" anche "sequestri che contano a circa 23 tonnellate di cocaina. Sono andato per curiosità a verificare l'indicazione che dà il nostro ufficio governativo, che si occupa di politica anti droga, e in questo momento il nostro governo stima che la cocaina sul mercato al dettaglio è venduta dagli 80 ai 90 euro al grammo. Quindi questa indicazione moltiplicata per 23 tonnellate di cocaina ci consente di stimare che questa operazione odierna ha interrotto flussi finanziari per oltre due miliardi e mezzo di euro. E non credo che questo sia un dato che non deve emergere con sufficiente chiarezza, perché parliamo di operazioni finanziarie impressionanti, in grado di generare ricadute criminali ben più ampie rispetto a quelle che fino ad ora sono state raccontate".
"Sappiamo tutti che 23 tonnellate di cocaina sequestrate valgono alla fonte circa 25 mln di euro. Oggi però, una quantità del genere, come dimostrano le indagini, una volta tagliata e immessa sul mercato dello spaccio, può comportare guadagni per il sistema criminale diretto dalla 'Ndrangheta, per quasi due miliardi di euro, cifre davvero ingenti, soldi che finiscono per essere riciclati non solo nel circuito dei traffici essenzialmente criminali, ma introiettati nel sistema dell'economia, e non solo in Italia e in Europa, come confermano le transazioni finanziarie in cui sono coinvolte strutture criminali del sud Est asiatico" ha detto il Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.

Dia: italiani trasferivano denaro in Italia
Intanto, dalle ricerche di "Mdr" e della "Frankfurter Allgemeine Zeitung", è emerso che, dopo la vendita degli immobili di Erfurt, sui conti della Gbr sono avvenute diverse transazioni. Si tratta di singoli bonifici, per un totale di 225 euro, versati a uno dei soci. Nello stesso contesto, un altro degli imprenditori ha ricevuto 1,75 milioni di euro. Poco dopo, 500 mila euro di questa somma sono stati dirottati sul conto di un altro socio. I proventi della vendita immobiliare sono stati successivamente trasferiti dai proprietari della Gbr a due società e a diversi privati in Italia, nonché in Spagna. Da qui, il denaro è stato riversato a uno dei tre imprenditori che avevano alienato gli stabili di Erfurt. Tre segnalazioni di sospetto riciclaggio di denaro effettuate dalle banche hanno dato il via a un'indagine dell'Ufficio di polizia criminale della Turingia. Tuttavia, la procura di Gera ha archiviato l'inchiesta nel 2020, ritenendo che il sospetto di riciclaggio di denaro non potesse essere confermato. Allo stesso tempo, la magistratura non osservava alcun collegamento con la 'Ndrangheta.
L'indagine è stata ripresa dall'Ufficio federale di polizia criminale (Bka), che da tempo sospetta il "Gruppo di Erfurt" di riciclaggio per la criminalità organizzata calabrese. Già nel 2014, la Direzione investigativa antimafia (Dia) aveva ottenuto indizi secondo cui ristoratori italiani del capoluogo della Turingia trasferivano mediante società nel Paese di origine i proventi di attività presumibilmente illecite. Tra l'altro, si tratterebbe di investimenti in ristoranti di Roma. Il Bka ha indagato, concentrando l'attenzione su tre ristoratori di Erfurt, tra cui il "capo locale" della 'Ndrangheta in Turingia. Tuttavia, questa inchiesta è stata sospesa nel 2018. Con l'operazione "Eureka", è stato arrestato a Erfurt uno di questi sospettati, Maurizio Costanzo, ritenuto coinvolto nell'organizzazione del traffico di cocaina tra l'America meridionale e l'Australia. Estradato in Italia nella scorsa estate, Costanzo è da allora detenuto in Calabria.

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