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Rinviato a giudizio per una contestazione di corruzione

Non luogo a procedere per l'ex farmacista accusato di concorso esterno e corruzione con l'aggravante mafiosa, rinviato a giudizio per una contestazione di corruzione. Si è celebrata davanti al gup distrettuale presso il Tribunale di Reggio Calabria, Vincenza Bellini, l'udienza preliminare a carico di Giuseppe Fiumanò, farmacista e coordinatore di tutte le farmacie ospedaliere dell'Asp di Reggio Calabria nonché responsabile delle farmacie ospedaliere di Palmi e Gioia Tauro, in pensione dal 2018, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro ed Antonio Fiumanà. Il dirigente medico era stato arrestato nel marzo dello scorso anno nell'ambito dell'operazione Chirone, condotta dalla Dda reggina sui condizionamenti della 'Ndrangheta sull'Asp di Reggio Calabria, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, con le contestazioni di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla finalità agevolatrice del sodalizio mafioso della cosca Piromalli di Gioia Tauro. 
Secondo l'accusa, Fiumanò avrebbe agevolato le ditte riconducibili al sodalizio mafioso gioiose, stanziando fondi aggiuntivi al fine di consentire ordinativi di presidi sanitari in favore delle stesse nonché dispensando ai titolari consigli e suggerimenti, ricevendone in cambio regali. Già in sede di valutazione cautelare il Tribunale del Riesame aveva annullato la misura cautelare, disponendo l'immediata scarcerazione di Fiumanò. All'udienza preliminare del 23 novembre 2021 la sua posizione era stata stralciata, in accoglimento di un'eccezione difensiva relativa alla regolarità della notifica a uno dei difensori del farmacista. Il processo era andato avanti nei confronti degli altri coimputati, alcuni dei quali hanno richiesto il rito abbreviato, tuttora pendente, mentre altri sono stati invece rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Palmi. Sanata nel frattempo la notifica nei confronti del farmacista, si è celebrata nei suoi confronti l'udienza preliminare davanti al gup Bellini. Il pm distrettuale aveva concluso chiedendo il rinvio a giudizio del dirigente medico per tutte le imputazioni contestate. All'esito della camera di consiglio, il gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere con la formula "perché il fatto non sussiste" in relazione all'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa per la quale il farmacista era stato in precedenza tratto in arresto nonché per un'ipotesi di corruzione (sempre con la medesima formula assolutoria). Il gup ha ritenuto, invece, necessario il processo per la valutazione dell'altra imputazione corruttiva, per la quale aveva già rinviato a giudizio gli altri coimputati.

Foto: it.depositphotos.com

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