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messina denaro matteo effLe rivelazioni di un pentito riguardo i custodi dei segreti del capo mafia di Castelvetrano Messina Denaro
di AMDuemila
Spuntano nuove indiscrezioni sulla latitanza del superlatitante trapanese Matteo Messina Denaro. Un nuovo capitolo di indagine è stato fatto scattare a seguito delle parole di un pentito calabrese, già conosciuto alle procure di Reggio Calabria e Genova. Secondo quanto riportato dal sito Livesicilia.com, questi avrebbe raccontato di aver condiviso dei periodi di detenzione con Antonino Penna e Vincenzo Salpietro (un altro pregiudicato di origine calabrese) i quali, avrebbero intrattenuto contatti col boss di Castelvetrano. In quel periodo, proprio da queste persone avrebbe “appreso circostanze che riguardano la latitanza del capomafia trapanese”, ed in particolare di “un intervento chirurgico al volto eseguito in Piemonte o in Valle D'Aosta" da un medico di cui il collaboratore conoscerebbe l'identità.
Il Gip di Palermo Lorenzo Matassa ha ordinato l’imputazione coatta nei confronti di otto persone fra cui compaiono anche cognomi di rilievo come Alvaro e Mollica ma anche il boss anziano di Trabia, Vincenzo Salpietro. L’accusa è di favoreggiamento e sarebbero coinvolti anche alcuni personaggi di Campobello di Mazara e Castelvetrano.
Così il pm di Palermo, Maurizio Agnello, che aveva chiesto l’archiviazione del caso, dovrà ora procedere. Per il Gip, infatti, “gli elementi di prova sono rilevanti in termini accusatori e sono comunque tali da essere valutati quantomeno in sede di udienza preliminare”.
Secondo le indiscrezioni giornalistiche i carabinieri del Ros avrebbero valutato positivamente la credibilità dei racconti del collaboratore, di cui non si conoscono i particolari, ma “limitatamente alla identificazione di persone, luoghi e periodi di detenzione".
Secondo quanto riferito dal sito internet il pm Agnello avrebbe pronto un ricorso in Cassazione in quanto vi sarebbe nell’ordinanza di imputazione coatta del giudice un vizio formale a causa della violazione del diritto di difesa degli indagati.

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