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corleone web1Pubblicato il decreto di scioglimento del Comune
di AMDuemila
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del presidente della Repubblica per lo scioglimento del Comune di Corleone e la conseguente nomina della commissione straordinaria. Un provvedimento piuttosto dettagliato in cui sono presenti tutte le motivazioni che hanno determinato quello che può essere considerato come un vero e proprio “terremoto politico” nella cittadina cortonese.
Nella sua relazione il ministro Alfano scrive che “le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Corleone, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l’intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell’ente”.
Ad accompagnare la relazione ci sono anche le indagini della commissione inviata nel gennaio scorso che ha scavato tra gli atti amministrativi, ricavando elementi risultati poi decisivi per lo scioglimento a cui si aggiungono rapporti parentali, di affinità e frequentazioni degli amministratori e dei dipendenti del Comune con alcuni soggetti ritenuti appartenenti o contigui alla famiglia mafiosa di Corleone.
Così è emerso che nel Comune boss e familiari di amministratori non pagavano le tasse comunali, la cui riscossione era affidata ad una società esterna selezionata, a sua volta, da un’associazione cui il Comune aveva aderito nel dicembre del 2013, nonostante il parere contrario del collegio dei revisori e le obiezioni dell’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Proprio Cantone aveva sostenuto che “la ditta prescelta non rispondeva ai modelli organizzativi previsti dalla vigente normativa e che le gare espletate dalla società risultavano prive del presupposto di legittimazione”.
Ma nell’indagine dei commissari erano anche emerse assunzioni di parenti dei boss in municipio, servizi comunali appaltati a mafiosi o ai loro parenti e sponsorizzazioni a ditte di un mafioso “sostenitore della candidatura del sindaco”.

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