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Giaccone Paolo webdi AMDuemila
Paolo Giaccone era tra i più grandi esperti di medicina legale, dividendo il suo impegno tra l'istituto di Medicina legale che dirigeva e le consulenze per il palazzo di giustizia. L'incarico che gli fu fatale lo ricevette quando gli chiesero di esaminare un'impronta digitale lasciata dai killer che nel dicembre 1981 avevano scatenato una sparatoria tra le vie di Bagheria con quattro morti come risultato. L'impronta era quella di un sicario di Corso dei Mille, nonché l'unica prova che poteva incastrare gli assassini. Per questo Giaccone ricevette pressioni e minacce affinché “aggiustasse” le conclusioni della perizia dattiloscopica. Il medico però si rifiutò e il killer fu condannato all'ergastolo.
Paolo Giaccone fu ucciso l'11 agosto 1982 davanti al Policlinico di Palermo, l'ospedale dove prestava servizio come medico legale. Ad attenderlo tra i viali alberati c’erano tre uomini, di cui uno a bordo di una 126, che faceva il ‘palo’. Gli altri due lo assassinarono con numerosi colpi di pistola. Poi si dileguarono su di una moto. In seguito il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinagra rivelò i dettagli del delitto incolpando Salvatore Rotolo, che venne condannato all'ergastolo al primo maxiprocesso contro Cosa Nostra. Per le minacce a Paolo Giaccone, invece, fu arrestato un avvocato che al telefono lo avrebbe invitato a modificare i risultati della perizia dattiloscopica.


In ricordo del 34° anniversario dell'omicidio pubblichiamo la lettera della figlia, Milly Giaccone:

“Dovevo esserci anch'io quel mattino. Ogni giorno insieme da casa all'Ospedale, verso il nostro lavoro così diverso eppure uguale negli intenti: tu Professore con i tuoi studi, il tuo laboratorio, con le tue analisi, ed io studentessa in Medicina. Io non c'ero. Meno male? Per quello che ho passato in questi anni direi che sarebbe stato meglio finirla quel caldo giorno accanto a te, insieme come eravamo vissuti. Ma se guardo gli occhi profondi dei miei figli dico che, forse, è giusto che abbia passato la soglia del dolore, che l'ansia e l'angoscia mi abbiano rapita la vita per lungo tempo. Non esiste controprova, comunque. Ho sempre cercato di immaginare quello che era accaduto nel vialetto alberato, tra le auto posteggiate e sull'asfalto caldo che accolse il tuo corpo. Quei due che attendevano il tuo arrivo ... il "palo" fuori dall'Ospedale dentro una 126. Le otto e un quarto. Posteggi l'auto, ti avvii al tuo giorno ... ti avvicinano, forse ti chiamano, e sparano con due pistole ... due proiettili alla tua sinistra ... cadi su quel lato e ... dopo ... un altro colpo alla tua destra. giaccone paolo millyCrolli sull'asfalto e con te cade il tuo mondo, il nostro mondo. E' tutto finito. Gli assassini fuggono, scavalcano il muro di cinta dell'Ospedale ... vengono visti su una potente moto, uno di loro ha una smorfia di riso sulle labbra. Al primo uomo che ti soccorre, qualcuno con un camice bianco dice: "E' il Professore Giaccone". Poi gli assassini vanno ancora ad ammazzare. E' tutto qui il tuo giorno di morte. Essere stata assente in quel momento... è stato il mio incubo. Quando ti hanno ricomposto nella bara, dicendomi (per pietà) che non avevi subito autopsia, ti ho guardato, gridando col pensiero: "Basta! Non scherzare più!" E il freddo mi avvolge...Mi chino per baciarti la fronte, ed il freddo mi avvolge le membra, il cuore, il cervello e la vita... La sensazione del dolore la provai in quel momento: è freddo, il dolore, avvolgente... Come un ragno che trattiene l'insetto nella ragnatela, così il dolore ha avvolto il mio animo. Da quel momento ho capito che non eri più accanto a me...”

Milly Giaccone

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