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imposimato-ferdinando-web1di Lorenzo Lamperti - 23 aprile 2014
Ferdinando Imposimato
, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, dice la sua sulla decisione del governo Renzi di togliere il segreto sulle stragi in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Ferdinando Imposimato, che cosa ne pensa dell'annuncio di Renzi sulla revoca del segreto di Stato sulle stragi?
L'idea generale di trasparenza è sicuramente da condividere. Tutti vogliamo conoscere la verità sulle stragi che fino adesso sono rimaste impunite. Ci sono però due aspetti che mi lasciano perplesso.

Quali sono?
Il primo problema è capire se veramente magistrati, giornalisti, storici e semplici cittadini avranno accesso concreto agli atti secretati, riservati o classificati. Ci sono tutte queste distinzioni che sono state spesso fuorvianti. Già in passato erano state fatte due leggi, nel 1977 prima e nel 2007 poi, che in teoria avevano tolto il segreto di Stato. Ma poi i risultati non sono stati positivi. L'accessibilità ai documenti è rimasta solo sulla carta. Le due leggi, infatti, prevedevano dei regolamenti che dovevano disciplinare l'accesso agli atti. La riforma del 2007 prevedeva la decadenza del segreto ogni cinque anni, vincolandola però al varo di regolamenti attuativi. Peccato che poi questi regolamenti non sono mai stati varati e nel concreto non è cambiato nulla. E poi ho un'altra perplessità sulla scelta dei documenti da rendere accessibili...

Vale a dire?
Vale a dire che tra le varie vicende indicate da Renzi non compare il caso Moro. Eppure gli atti riguardano un periodo che copre dal 1969 con Piazza Fontana al 1984. Quindi perché non c'è spazio per una vicenda sulla quale, tra l'altro, c'è anche una commissione parlamentare d'inchiesta? L'esclusione del caso Moro mi sembra singolare. E poi perché ci si ferma al 1984 e non si prendono in esame le stragi di mafia?

Le stragi di mafia però vengono dopo...
Sì, ma c'è un filo conduttore che lega tutte quante le stragi del dopoguerra. C'è continuità tra le stragi degli anni '70 e quelle del '92. E' preoccupante che non se ne parli...

Ma la decisione di Renzi può aiutare a scoprire la verità sulle stragi?
Intanto dovrebbe permettere di accedere pubblicamente agli atti. Ma, basandomi sulla mia esperienza personale, ho dei dubbi. Le racconto questa cosa. Dopo la legge del 2007 sono andato all'archivio storico per prendere visione di alcuni atti sul caso Moro ma non mi è stato permesso (da ricordare che Imposimato è stato giudice istruttore del caso Moro, ndr). Avrei avuto diritto, come qualsiasi altro cittadino, ad accedere a quegli atti. Feci una richiesta formale annunciando un ricorso al Tar in caso di risposta negativa ma mi risposero che non avevano ricevuto il permesso di farmeli consultare. Attualmente ho in corso uan vertenza con il Senato su questa vicenda.

C'è il rischio che anche questa volta resti un'iniziativa di facciata, tenendo conto che il segreto di Stato non potrebbe più essere apposto dopo la legge del 1977?
Spero di no, ma se sento dire che questa legge deve essere attuata attraverso un regolamento significa che non si vuole fare niente. Bisognerebbe rendere pubblici gli atti. Punto e basta. Che bisogno c'è del regolamento? Se il regolamento è un trucco per impedire l'accesso agli atti allora è ovvio che non cambierà mai nulla. Peggio, vuol dire che c'è qualcosa da nascondere.

Pensa che la politica non voglia davvero cercare la verità?
Questo non lo so, io posso solo raccontare quello che è successo a me in concreto. Ogni volta che c'è stata una desecretazione sono andato a cercare degli atti e ogni volta mi sono stati negati.

twitter@LorenzoLamperti

Tratto da: affaritaliani.it

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