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enrico letta lista ministri 645Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei come carica più importante del nostro governo per lanciarLe un appello rivolto alla salvaguardia dei numerosi giudici che in Sicilia e non solo, sono da tempo nel mirino delle organizzazioni mafiose. Da luglio dello scorso anno tutti siamo a conoscenza delle pesanti minacce ricevute dal giudice Nino Di Matteo e dai suoi colleghi impegnati nel processo sulla trattativa Stato - mafia mentre di recente altri giudici come la Dott.ssa Teresa Principato e il Dott.Nico Gozzo sono stati oggetto di minacce che gli inquirenti hanno definito fondate ed estremamente attendibili e preoccupanti.
Sono ancora impresse le immagini della strage di Capaci e di Via D’amelio.
Non vogliamo rivivere mai più quei momenti, non vogliamo piangere altri martiri dello Stato, non vogliamo dover consolare madri, padri, fratelli e sorelle di coloro che servono lo Stato con dignità e con alto senso del dovere, non vogliamo cedere alla tentazione di non credere più nello Stato che in quanto tale ha il dovere di difendere gli uomini che ne garantiscono la democrazia.

Il 9 maggio 1993, ad Agrigento, nella terra che il Dott. Paolo Borsellino definiva “bellissima e disgraziata”, Papa Giovanni Paolo II, puntando il dito verso il cielo ricordava al mondo il diritto alla vita con queste parole: “Non può l’uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio”, quella vita Signor Presidente, che i nostri uomini in questo momento mettono in pericolo per il solo fatto di compiere il loro dovere nei confronti di quello Stato che Lei rappresenta.
Nei mesi scorsi si è parlato molto di misure di prevenzione, tra queste, l’assegnazione del Bomb Jammer che intercetterebbe qualsiasi insidia mediante la trasmissione di onde radio, tale dispositivo già in uso esclusivo alle Forze dell’Ordine, alle Forze Armate e agli Enti governativi.
Ma da quando il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha promesso l’assegnazione di tale dispositivo sono trascorsi circa tre mesi e nulla è cambiato. Non è compito di noi cittadini ideare, e mettere in pratica le misure più idonee per proteggere i magistrati, il nostro compito è dare fiducia a chi queste misure le deve studiare ed applicare. Signor Presidente, con questo documento non è nostra intenzione polemizzare circa l'operato del suo governo né tantomeno criticare altri apparati come il CSM che vorremmo più "attento" e "sensibile" alla situazione; il nostro è solo un appello in quanto riteniamo che non sia il momento di polemizzare ma di agire; è un invito affinchè Lei possa garantire in tempi rapidi le necessarie misure per la difesa dei magistrati.
Noi amiamo questa nazione, ed proprio per questo che la amiamo con le sue bellezze ma anche con le sue contraddizioni ed è per amore di questa terra e degli uomini che la rappresentano che siamo scesi in strada per urlare il nostro sdegno, chiedendo a gran voce protezione per i giudici. Siamo certi Signor Presidente che Lei, come rappresentate delle istituzioni saprà fornire le giuste garanzie. Quanti uomini dello Stato, per paura, scelte sbagliate o di comodo, non hanno fatto nulla per salvare la vita di Uomini come il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Dott. Rocco Chinnici, il Dott. Giovanni Falcone, il Dott. Paolo Borsellino e tanti altri? Non corra questo rischio anche Lei, si unisca a noi perché insieme possiamo combattere la mafia e l'arroganza di tutti coloro che la compiacciono. Le chiediamo quindi di intervenire a favore dei Giudici affinchè venga data loro la giusta protezione, e la serenità alle loro famiglie. La invitiamo a farlo per contrastare come Stato la minaccia mafiosa che attanaglia questo paese da più di un secolo e per dare una speranza a tutti noi… una speranza che non abbia un credo politico, ma che provenga dal cuore e che ci possa fare dire: “un giorno questa terra sarà bellissima”.

(lettera scritta dal gruppo “Fraterno sostegno ad Agnese Borsellino” e dalla “Scorta civica”)

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