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rifiutiamoli-bigdi AMDuemila - 4 febbraio 2014
Questa mattina i Carabinieri di Palermo hanno eseguito quattro misure cautelari (due ordinanze di custodia cautelare in carcere, un’ordinanza agli arresti domiciliari e un divieto di dimora nel Comune di Palermo) sequestrando inoltre il patrimonio aziendale dell’impresa “Ribaudo Salvatore” che opera nel settore del movimento terra e trasporto dei rifiuti, per un valore di circa un milione di euro.
I reati contestati dalla Procura di Palermo sono la “realizzazione di una discarica non autorizzata priva di protezioni per il terreno, nonchè gestione abusiva, deposito e abbandono incontrollato di rifiuti, pericolosi e non” in un’area rurale immersa negli agrumeti a margine del quartiere Falsomiele, a poco meno di 300 metri dal centro abitato.
Così come in alcune ben note realtà campane, anche a Palermo l’impatto ambientale di una sconsiderata gestione dei rifiuti ha provocato danni devastanti. Le indagini hanno infatti documentato, in appena 70 giorni, 58 episodi di smaltimento di ogni tipo di materiale: amianto, mercurio, eternit e perfino un cavallo deceduto. Sostanze pericolose selvaggiamente scaricate ed interrate sopra una falda acquifera che rifornisce i pozzi dei vicini terreni agricoli coltivati ad agrumi.

L’esecuzione dei provvedimenti, emessa dal gip di Palermo Marina Petruzzella. conclude una complessa attività d’indagine che ha dimostrato come gli indagati abbiano realizzato una discarica non autorizzata, priva delle necessarie misure volte a prevenire la contaminazione del suolo, e gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti, pericolosi e non, trasportandoli, abbandonandoli e depositandoli in modo incontrollAato.
Le attività investigative, sviluppate dalla fine del 2012, hanno permesso di filmare conferimenti e smaltimenti abusivi nonché di ricostruire la fitta rete commerciale creata da Salvatore Ribaudo, legale rappresentante e gestore dell’omonima impresa (insieme al figlio Claudio, con il quale collaborava anche il dipendente Francesco Ginex) volta a rendere professionalmente al pubblico servizi fondati sul riciclaggio illecito dei rifiuti. È stato inoltre dimostrato come il trasporto di ogni tipo di rifiuto fosse coperto dalla redazione, svolta dalla figlia Veronica (dipendente del titolare) di attestazioni false che documentavano invece attività solitamente riferite alla movimentazione di sabbia. In realtà, l’imprenditore forniva servizi di smaltimento e riciclaggio di rifiuti anche pericolosi con un devastante impatto ambientale e una preoccupante indifferenza per la salute pubblica.
Le conseguenze negative per l’ambiente sono di proporzioni allarmanti – il blocco di rifiuti appiattito sul terreno di Falsomiele è di circa 6mila 500 metri cubi – in quanto è stata scoperta la presenza di materiali isolanti contenti amianto, eternit, rifiuti dell’attività di costruzione contenenti mercurio nonché terre e rocce contenenti sostanze pericolose; il tutto conferito senza alcuna protezione in un terreno permeabile ed altamente vulnerabile per la presenza di una falda acquifera da cui, peraltro, i vicini pozzi attingono per l’irrigazione delle colture circostanti.

In foto dall'alto e da sinistra: Salvatore Ribaudo, Francesco Ginex, Claudio e Veronica Ribaudo

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