di Domenico Ferlita - 3 dicembre 2013
Una brillante operazione condotta questa mattina dalla Guardia di Finanza di Palermo, ha permesso il sequestro beni per il valore complessivo di 160 milioni di euro. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Palermo, coadiuvato dal Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata.
L’operazione di questa mattina è andata a segno nel paese palermitano di Carini, dove noti esponenti di alcune famiglie mafiose del luogo detenevano gran parte del patrimonio sequestrato consistente in quote societarie, lussuose ville, imprese, terreni, veicoli e diversi fabbricati.
Tra i beni confiscati dalle fiamme gialle, anche una villa di lusso di proprietà di un prestanome Vincenzo Pipitone, 57 anni e alcune società intestate a Lorenzo Altadonna, 51 anni.
Il 57 enne, originario di Torretta, era già stato arrestato nel 2006 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione, presunto affiliato alla famiglia mafiosa di Carini. Nel 2007, era stato condannato a 10 anni e 7 mesi di reclusione. Pipitone, era già nel mirino della legge nei lontani anni 80 quando fu sottoposto da una misura di sorveglianza speciale perché controllava illecitamente lavori pubblici e chiedeva il pizzo.
L’altro destinatario del provvedimento, 51 enne e originario di Carini, è considerato presunto affiliato della stessa famiglia mafiosa di Vincenzo Pipitone.
Ad Altadonna, sono state confiscate quattro società operanti a Carini, assieme alle quote societarie. Inoltre, sono finite nelle reti della Guardia di Finanza, anche 3 imprese edili dislocate tra Valderice e Campobello di Mazara in provincia di Trapani, tre opifici commerciali siti a Carini oltre a 29 fabbricati, 43 terreni dislocati tra vari paesi in provincia di Trapani e Palermo, 2 autoveicoli e alcune disponibilità finanziarie consistenti in denaro contante e polizze vita.