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tribunale-caltanissettaInascoltato l'appello per rafforzare la protezione del pm Gozzo
di Aaron Pettinari - 5 aprile 2013
Dopo la lettera anonima con cui veniva annunciato un rischio attentati, previsti nel mese di maggio, nei confronti del pm di Palermo Antonino Di Matteo, di un magistrato di Caltanissetta e di Massimo Ciancimino, ricevute alcune indicazioni sui luoghi in cui sarebbero state nascoste armi ed esplosivo le ricerche  di quest'ultimi proseguono senza sosta. Ficarazzi è stata passata al setaccio tra campagne, magazzini, casolari e quant'altro ma non è stato trovato nulla. Tra i possibili bersagli appartenenti alla Procura nissena, in base alle indicazioni fornite dall'anonimo che ha parlato di sopralluoghi ed appostamenti in “zona Oreto”, potrebbero esservi il procuratore Sergio Lari, l'aggiunto Nico Gozzo e il pg Roberto Scarpinato (quest'ultimo tra qualche giorno si insedierà a capo della procura generale di Palermo ndr). Sono questi infatti i magistrati che ogni si trovano a “fare la spola” tra Palermo e Caltanissetta. Per l'attentato, sempre secondo il “corvo”, sarebbero interessate le famiglie di Trapani e quelle palermitane di “Pagliarelli e Palermo”. Il procuratore Lari ha espresso il proprio allarme per la situazione durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza coordinata dal prefetto nisseno Carmine Valente. In particolare Lari ha indicato nel tragitto autostradale il “punto debole” della sicurezza dei pm palermitani che si recano a lavoro a Caltanissetta. Tra questi vi è anche il pm Giovanni Di Leo, il sostituto della Dna Franca Imbergamo (applicata a Caltanissetta) e Antonio Balsamo, il presidente della Corte d’Assise del nuovo processo per la strage di via D'Amelio.

Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano nonostante ciò il prefetto ha ritenuto di non variare le misure di sicurezza fin qui adottate per Lari e per Gozzo. Cio significa che il procuratore capo avrà il servizio di scorta (tre auto e sei uomini armati), mentre al procuratore aggiunto sarà garantito il servizio di doppia tutela (un'auto blindata con due agenti di scorta a cui negli ultimi giorni è stata aggiunta una seconda auto, dotata di autista, per la bonifica durante i tragitti).
Una situazione che diventa paradossale se si considera che da parte di tutti gli ambienti giudiziari la lettera anonima, così come la grande precisione con cui sono stati descritti gli spostamenti, è ritenuta come attendibile e, anche se non viene indicato il nome di un magistrato specifico, è ovvio che anche a Caltanissetta vi siano grandi rischi per chi, come Gozzo, ha portato e sta portando avanti indagini fondamentali sulla strage di via d'Amelio e non solo. Anche per loro, così come è stato per il pm Di Matteo, è indispensabile che il Comitato per la sicurezza torni sui suoi passi ed attivi immmediatamente tutte le misure di protezione necessarie.  
Intanto, mentre sul web continua la raccolta firme per l'appello al Csm affinché archivi il procedimento contro Di Matteo, quest'ultimo ha nominato il proprio difensore davanti al Csm che sarà Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Messina, ex funzionario del Dap. Di Matteo che intanto incassa anche il sostegno dei magistrati aderenti a “Proposta B”, tra cui il gip di Palermo Giuliano Castiglia, che chiede ufficialmente all'Anm di prendere posisizione ed attivare la solidarietà, finora assente, dell’associazione nei confronti del pm della Trattativa. “Proponiamo all’Anm – dice Castiglia – di chiedere innanzitutto a Di Matteo la disponibilità ad accogliere la solidarietà dell’associazione, e all’Anm di farsi carico della difesa tecnica ed, eventualmente, del sostegno economico’’. La proposta, lanciata nella mailing list dell’associazione, verrà portata al comitato direttivo del 13 aprile da uno dei firmatari, Andrea Reale, componente del direttivo dell’associazione che insisterà affinche’ l’Anm prenda una posizione pubblica. Nell'attesa altro importante sostegno viene da Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia del Parlamento Europeo, che rispondendo all'appello di giornalisti e società civile ha asicurato che porterà la questione davanti al Parlamento Ue: “Sto informando i colleghi deputati della Commissione CRIM e il presidente Schulz di quanto sta accadendo – osserva Sonia Alfano – e affronterò la questione durante l'apertura della seduta plenaria del Parlamento Europeo”.

In foto: il tribunale di Caltanissetta

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