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corruzione-vignettadi Vincenzo Musacchio - 24 luglio 2014
I costi generali del G8 alla Maddalena non dovevano superare i 300 milioni di euro. Nella realtà il progetto è costato circa 500 milioni. Il progetto italiano sulla TAV (l'alta velocità), ha un costo approssimativo stimato di oltre 20 milioni di euro per chilometro, contro i 10 della Francia e i 9 della Spagna. I costi del Mose di Venezia dovevano essere non più di 3 miliardi di euro sono lievitati fino a 6 miliardi. Questi sono soltanto tre dei tantissimi esempi di corruzione e malaffare presenti in Italia e testimoniano che siamo di fronte ad aberrazioni che creano, senza alcun dubbio, un enorme danno sociale, politico ed economico.

Avere politici miopi al merito, ai progetti migliori, alla lealtà verso principi ed ideali di etica e di legalità, significa andare verso “l'autodistruzione”. Nonostante questo deterioramento dei valori, troppo spesso i corrotti appaiono come persone vincenti. Oggi, se il politico è sleale, è corrotto, le sue promesse clientelari per il cittadino valgono molto di più del rispetto di standard etici e di buona amministrazione. Questo tipo di politica perversa appoggia persone di livello inferiore rispetto ai meritevoli, alle buone idee, ai buoni progetti, in un percorso che vede la politica chiudere le porte alle espressioni migliori del nostro Paese. Tutto questo ha partorito la “corruzione delle coscienze", dal giovane fino alla persona più anziana. I politici si contendono il malaffare più consistente, l’indirizzo clientelare più conveniente, il centro di potere occulto e affaristico più remunerativo. Il danno sociale è disastroso e diventa esecrabile quando persino chi vuol fare politica “onestamente” non trova appoggi, non solo presso le consorterie del malaffare ma persino presso il popolo stesso, che, tradito dalla attività politica subdola e ingannevole, difficilmente concede la propria fiducia al cambiamento, percepito come perdita dei privilegi ottenuti dal clientelismo. In sostanza il fenomeno della corruzione non è solo un atto di illegalità. In questo paese è diventato una vera e propria mentalità che si interpone in molti settori della vita pubblica alterando le regole della democrazia, della trasparenza e della concorrenza, oltre a rappresentare un costo per l'economia in termini di risorse materiali, intellettuali e umane. Questa alterazione danneggia soprattutto il popolo non consentendo ai fiori più belli di fiorire. Una delle vie da percorrere per provare a frenare questo sistema perverso, è il cambio di cultura, è l'inculcare alle nuove generazioni la supremazia dell'etica e della legalità sul malaffare.  Questa sarà la scommessa del terzo millennio.

(* Docente di diritto penale SSPA in Roma - Presidente Commissione Regionale Anticorruzione del Molise).

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