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progetto-legalita-videoRiportiamo di seguito il video "Progetto legalità: la mafia è silenzio!" realizzato dal prof. Marco Fragale insieme agli allievi della classe 3a A INFO dell'Istituto "Marie Curie" (Cernusco sul naviglio - MI)




Degli studenti di Milano realizzano un video e una mostra in memoria di tutte le vittime di mafia.
Un progetto Generazione Web firmato dai ragazzi della III A “info” dell’ITSOS “Marie Curie” di Cernusco sul Naviglio (MI), cui ha collaborato anche la II C realizzando cartelloni sulle vittime della mafia che hanno abbellito l’atrio della scuola. Da Giovanni Falcone a don Pino Puglisi, da Paolo Borsellino a Peppino Impastato. L’ideatore del progetto è un giovane professore di Termini Imerese (PA), Marco Fragale, di appena 29 anni. Il video realizzato dagli “informatici” ha un titolo significativo “Il silenzio è mafia”. I ragazzi si sono improvvisati attori e registi, poi hanno assemblato le immagini originali o tratte dai film di altre vittime di mafia, con le sequenze delle stragi di Capaci e via D’Amelio, le storie di Peppino Impastato e Rita Atria, di un sacerdote come don Puglisi, che proprio quest’anno è stato proclamato beato. Un progetto iniziato con la lettura illuminante di “Per questo mi chiamo Giovanni”, il libro di Luigi Garlando, nel quale un padre racconta al proprio figlio la storia di Giovanni Falcone. Gli studenti poi, si sono divisi in cinque gruppi e hanno lavorato insieme. Ma al di là del video, presentato ufficialmente a scuola, questo progetto ha segnato profondamente questi ragazzi, che hanno preso coscienza, che hanno imparato che “la vittoria contro la mafia sembra lontana ma è più vicina di quanto si possa pensare”. “Io credo che noi professori non dobbiamo solo insegnare ma anche formare i cittadini di domani – ha spiegato il professor Fragale – e la dimostrazione l’ho avuta dal saggio breve scritto dai ragazzi a conclusione del progetto. Ho capito che il lavoro aveva pagato, che li ha indotti a riflettere, che li ha fatti crescere, prendere coscienza. L’intento è stato quello di tributare un sentito omaggio a tutti coloro che hanno saputo scegliere da che parte stare, che abbiamo definito i nostri paladini della giustizia”. Come hanno confermato gli stessi studenti: “Abbiamo capito cos’è la mafia – hanno detto in coro – che tanta gente si è ribellata, personaggi come il giudice Falcone ma anche persone comuni, e che anche noi dobbiamo fare qualcosa. Ricordare le vittime, parlarne sempre, anche a scuola, come diceva il giudice Borsellino”. Perché “ai mafiosi fa paura la confisca dei beni ma, soprattutto, la cultura”.

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