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leucaristia-mafiosadi Sara Donatelli - 28 maggio 2015
Due facce della stessa medaglia. Da un lato c’è chi ha scelto, e sceglie. Dall’altro lato c’è chi ha scelto di non scegliere, ma così facendo ha comunque imboccato una strada. E’ questo ciò che emerge leggendo il libro “L’eucaristia mafiosa” di Salvo Ognibene. L’autore, nato a Livorno ma cresciuto a Menfi, ha focalizzato la propria attenzione non solo su quelli che sono gli aspetti negativi della Chiesa, quella Chiesa che in un modo o nell’altro ha trattato con la mafia, o ne è stata complice silenziosa. Salvo Ognibene racconta nel suo libro anche la storia di tutti quegli uomini e quelle donne di Chiesa che invece con le loro azioni quotidiane non prestano il fianco alle organizzazioni criminali. Se da un lato è impossibile negare le gravi responsabilità di alcuni ecclesiastici che con le loro azioni, ma ancor più con i loro silenzi, hanno in qualche modo legittimato il sistema mafioso, dall’altro lato è importantissimo mettere in risalto le storie di chi, quotidianamente, si sta impegnando per creare una nuova coscienza antimafiosa.

Non a caso, ne “L’eucaristia mafiosa”, sono state inserite molte interviste che hanno il merito di presentare i numerosi sforzi che una parte della Chiesa compie nella lotta al malaffare. “Non dobbiamo assolutamente dimenticare che l’Italia è per l’83% un paese cattolico. La religione svolge dunque un ruolo di fondamentale importanza all’interno della nostra società e se il cattolicesimo diventasse un’arma di lotta contro la criminalità organizzata, allora, ci sarebbe una svolta epocale” ha detto ieri l’autore a Modena durante la presentazione del proprio libro , avvenuta presso il “Mondadori Point”, una libreria che grazie al gestore, Federico, un ragazzo palermitano, ormai da più di anno svolge un ruolo molto attivo nel territorio, dando voce e spazio a storie e racconti contro la mafia. “Bisogna innanzitutto riconoscere il ruolo fondamentale che la religione ricopre nella vita dei mafiosi. Non è un caso il fatto che proprio nelle religioni del sud, le più religiose, la mafia abbia trovato terreno fertile per svilupparsi ed insediarsi. I mafiosi si sono in qualche modo appropriati di alcune caratteristiche del Dio cattolico, creando però una divinità a loro immagine e somiglianza, una divinità blasfema. E qui la Chiesa ha una grave colpa: troppi sono stati infatti i silenzi in merito a tutto ciò. Fortunatamente oggi la situazione sembra stia cambiando. Papa Francesco ha scomunicato i mafiosi e ha nominato cardinale Don Franco Montenegro e questo è senza dubbio un segnale molto forte. Ma il percorso è ancora molto lungo”. Salvo Ognibene, nel proprio libro, ha il grande merito di dare voce a storie molto diverse tra loro. Da un lato, ad esempio, si racconta di don Giacomo Ribaudo e del suo ruolo all’interno della trattativa tra lo stato, la chiesa e la mafia subito dopo le stragi del 1992 e del 1993. Dall’altro lato, però, dona voce anche a Suor Carolina Iavazzo, la quale racconta di come don Pino Puglisi abbia cambiato la sua vita; una vita che adesso viene dedicata solo ed esclusivamente ai giovani della Calabria, dove suor Carolina Iavazzo sta svolgendo un lavoro straordinario. Durante la presentazione del libro l’autore ricorda l’episodio del 1982, quando la papa-mobile nella quale viaggiava Papa Giovanni II venne guidata dal boss mafioso Angelo Siino: “Quella fu un’immagine devastante. Un mafioso che guida la vettura nella quale viaggia il papa è non solo un fatto gravissimo, ma anche un mezzo attraverso il quale dare importanza e legittimità al sistema mafioso”.  

Queste storie, questi racconti devono dunque portare ad una riflessione: se è vero che molto spesso la Chiesa ha tradito se stessa, è anche vero che non bisogna dimenticare le parole di Don Ciotti, il quale ha più volte detto: “Siate dei Cristiani sovversivi, proprio come San Francesco!”.

Per avere maggiori informazioni sull’autore e per conoscere le prossime date della presentazione del libro: www.eucaristiamafiosa.it

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