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evasione fiscaledi Nicola Tranfaglia
A leggere il rapporto dell'EURISPES per il 2016 si ha una strana sensazione: al PIL ufficiale italiano, che ammonta a 1500 miliardi di euro, bisogna affiancare un PIL di sommerso che equivale a un terzo, ossia almeno 540 miliardi di euro di cui ci sono almeno 200 miliardi di economia criminale. Con una tassazione presumibile del cinquanta per cento, ci sarebbero 270 miliardi di euro di evasione fiscale. Ed è questa la cifra che balza alla nostra attenzione anche perché in tutti gli altri studi recenti come quello compiuto dall'ISTAT o da altri istituti di ricerca (come l'associazione Bruno Trentin) valutano l'economia sommersa al 17-18 per cento, quindi 250 miliardi.
L'Eurispes afferma che siamo un popolo di evasori perché si tratta di un fenomeno di massa in cui trova terreno fertile il lavoro nero che nel nostro Paese è fortemente diffuso. Secondo la percezione che ne hanno gli abitanti del Bel Paese, le categorie che lavorano più spesso senza contratto sono le baby-sitter (indicate nell'80% dei casi), gli insegnanti di ripetizione (78,7%) e i collaboratori domestici (72,5%). Seguono i badanti, i giardinieri, i muratori, gli idraulici i falegnami e, con una percentuale del 50% i medici specialisti. Durante il 2015, secondo l'Eurispes, ha accettato un lavoro senza contratto il 28,1% degli intervistati contro il 18,6% dell'anno precedente.

Secondo Eurispes, nel 2016 raddoppia la percentuale di quanti ritengono che la situazione dell'Italia sia rimasta stabile nell'ultimo anno (sono passati, infatti, dal 14,6% al 30,3%) e si dimezza invece di chi pensa ci sia stato un netto peggioramento (dal 58,4% al 23,3%). In aumento gli ottimisti dall'1,5% al 26,2% del 2016. Il 14,7% (+10,1% rispetto all'anno precedente) è convinto che la situazione per il paese andrà migliorando nel 2016, mentre chi prevede al contrario un peggioramento scende dal 55,7% del 2015 al 27,3% del 2016.
La gestione della quotidianità diventa meno critica: il 27,3% non riesce con le proprie entrate ad arrivare alla fine del mese (-19,9% rispetto al 2015). Il 44,5% (-18,3%) rispetto al 2015) riferisce che la propria famiglia è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese.
Naturalmente queste proiezioni ottimistiche potranno verificarsi se altri problemi aperti dell'economia finanziaria italiana ed europea non esploderanno nei prossimi mesi. Ma l'ottimismo per ora sembra prevalere.

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