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20190207 parole di carta incontra salvo ogni bene
Nell’estate inquieta del 1988, la mattina del 14 settembre, viene ucciso a Trapani il giudice Alberto Giacomelli, che da più di un anno ha lasciato la toga per andare in pensione. È, a tutti gli effetti, un delitto "senza": senza clamore, senza assassini (mai trovati), senza movente per lungo tempo, senza lapidi e celebrazioni. Un delitto senza memoria, inghiottito da depistaggi, omertà, ignoranza e, sullo sfondo, l’ombra cupa di Totò Riina.
Giacomelli era presidente delle misure di prevenzione del Tribunale, un uomo defilato, silenzioso, sobrio. Uno che dietro il sipario decideva i destini economici di quei "galantuomini" e che aveva messo la firma su un patrimonio che, per volontà e in nome del popolo italiano, non doveva più appartenere alla mafia. Lontana dalle attenzioni dei cronisti e dalle luci degli studi televisivi, la storia di Giacomelli viene ora riconsegnata alla memoria grazie ai ricordi di chi lo ha conosciuto. Ne parleremo con l'autore e con il dottor Massimo Corleo che, al tempo, seguì le indagini assieme al commissario Rino Germanà. L'evento si terrà lunedì 7 febbraio alle ore 18 presso la Biblioteca Sociale Antonino Agostino e Ida Castelluccio in via Sgarlata 22 (Palermo).

L'evento facebook.com/events/750887688624063

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