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20171114 olocausto3 lampedusa fbUn dramma, un approdo, un ritorno. E l’orgoglio. E’ questa la sintesi di Olocausto 3.0, il libro del fotografo palermitano Francesco Francaviglia che sarà presentato il 14 novembre nel corso dell’evento

“Olocausto 3.0”

Una conversazione fra l’autore, Francesco Francaviglia, il Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franca Imbergamo, il curatore del libro Augusto Pieroni e il Presidente emerito della Fondazione Sicilia Giovanni Puglisi nella sala dei 99 di Palazzo Branciforte, prestigiosa sede della Fondazione.
Il dialogo anticiperà la mostra “Portrait Room – Lampedusa” con 36 scatti tratti dal volume - allestita nella sala della Cavallerizza - che sarà aperta al pubblico fino al 26 novembre dopo l’anteprima delle scorse settimane a Palazzo Belmonte Riso.

Nel libro, prodotto da Officine Blu e dalla Fondazione Sicilia, 82 fotografie. Ritratti - di migranti e rifugiati politici nei centri di accoglienza dell’isola -  ma non solo: a essere catturati dall’obiettivo di Francaviglia sono anche paesaggi e oggetti. E non si tratta di oggetti qualunque ma di reperti: sono quelli raccolti e catalogati dalla Scientifica dopo la tragedia del 3 ottobre 2013, una delle più gravi catastrofi del Mediterraneo, in cui persero la vita oltre 360 persone. Cellulari, biglietti, documenti, fotografie. Oggetti che parlano – al fianco dei volti dei tanti naufraghi - per chi non può più farlo, testimonianze vive del dramma che si ripete periodicamente a Lampedusa. Il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto al centro Antiviolenza Trama di Terre, un luogo gestito da donne capaci di accogliere, in maniera solidale e non giudicante, altre donne che vivono in situazioni di maltrattemento e violenza (psicologica, fisica, assistita, sessuale, economica, legata a pratiche tradizionali, mobbing, sul lavoro, stalking, cyberstalking, matrimoni forzati) e di cui Francesco Francaviglia è ambasciatore.

20171114 olocausto3 lampedusaUn dramma, quello dei migranti, un approdo, quello di Lampedusa, e un ritorno, appunto, quello di Francaviglia nella sua Sicilia, un ritorno che prende le tinte dell’orgoglio. “E’ l’orgoglio per la mia terra, la Sicilia che – racconta il fotografo – è la prima terra a farsi carico di un’emergenza che sembra non avere fine. E lo fa con i volti, le mani e l’impegno di tutti quegli uomini e quelle donne che ogni giorno si mettono a disposizione di chi affronta il mare a rischio della propria stessa vita”.

Nel lavoro di Francaviglia, come detto, non solo i ritratti, ma anche gli oggetti di chi non ce l’ha fatta: “Povere cose - scrive il curatore Augusto Pieroni nelle sue note di lavoro - ognuna delle quali narra di una vita appesa a quel poco di speranza: una serie di numeri di telefono, un crocifisso, un telefono, un paio di orecchini, una macchinina giocattolo. La pelle di questi semplici talismani se l’è mangiata il sale, e forse l’acqua ha inghiottito chi li portava con sé”.

Un dramma, quello che periodicamente va in scena sulle rive di Lampedusa, che ne richiama con forza un altro: “Non avrei mai immaginato di potere e dovere confrontarmi, settanta anni dopo, ancora con questa parola (olocausto, ndr) - scrive Giovannni Puglisi nell’introduzione al libro - che ogni qualvolta viene pronunciata, porta con sé il rumore tagliente delle porte dei forni crematori dei nazisti, che si confonde oggi con quello delle onde che si infrangono sui corpi senza vita dei migranti”.

E nelle storie raccontate per immagini da Francaviglia si trova un filo rosso rappresentato da un’assenza anziché da una presenza. “C’è un convitato di pietra in ogni foto - aggiunge Franca Imbergamo nella prolusione - ed è la Giustizia, cercata da tutti i protagonisti dei ritratti, umiliata da chi li ha costretti alla fuga o alla sopravvivenza nell’inferno dei territori in guerra”.

“L’occhio attento di Francaviglia - afferma il Presidente Raffaele Bonsignore - ha saputo narrare con eleganza e sobrietà la tragedia che ogni giorno si rinnova a Lampedusa; ai volti dei sopravvissuti, migranti e rifugiati politici si affiancano le immagini di vari oggetti di uso quotidiano, fotografie, amuleti, documenti che diventano testimonianza viva del dramma di quanti, purtroppo, non sono riusciti ad approdare in Sicilia”.


OLOCAUSTO 3.0
Un libro di Francesco Francaviglia
A cura di Augusto Pieroni

Martedì 14 novembre 2017 ore 18:30
Sala dei 99, Palazzo Branciforte, via Bara all’Olivella, 2 - Palermo
Francesco Francaviglia dialoga con Franca Imbergamo, Augusto Pieroni e Giovanni Puglisi


PORTRAIT ROOM - LAMPEDUSA
Una mostra di Francesco Francaviglia  - a cura di Marta Onali
Dal 14 al 26 novembre 2017
Sala della Cavallerizza, Palazzo Branciforte, via Bara all’Olivella, 2 - Palermo

Orari: martedì-domenica 9.30 - 14.30
La visita alla mostra è inserita all’interno del normale percorso di visita di Palazzo Branciforte
Biglietti: Intero € 7,00
Ridotto: € 5,00 (gruppi di minimo 15 persone, maggiori di 65 anni e titolari di apposite convenzioni)
Gratuito: scuole e minori di 18 anni
Mostra+Collezione archeologica: € 3,00

Per informazioni ai media: Marta Onali, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per informazioni sull’evento: Palazzo Branciforte, bookshop  tel. 0918887767 - 0917657621

Note biografiche su Francesco Francaviglia
Francesco Francaviglia nasce nel 1982 a Palermo dove compie i suoi studi e si diploma al Conservatorio. Violoncellista che si è formato con Giovanni Sollima, vive una svolta nel 2009 quando decide di assecondare la propria inclinazione per la fotografia. Nello stesso anno il trasferimento a Firenze dove, con la fondazione Alinari, frequenta la scuola Apab. Collaboratore di testate nazionali e internazionali, ha al suo attivo progetti come “Le Donne del Digiuno - contro la mafia”, esposto alla Galleria degli Uffizi nel 2014, primo artista vivente in Galleria con una sua mostra personale.

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