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chiesa giulietto web57Intervista
di Americo Mascarucci

Si sta votando in queste ore in Olanda per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento. I partiti e le liste in gara sono 28, ma la sfida è tutta fra il leader anti-islam e anti-Ue del Partito delle libertà (PVV), Geert Wilders, e l’attuale primo ministro Mark Rutte del Partito per la libertà e la democrazia (VDD).  Una vittoria, ma anche soltanto una forte affermazione degli anti-eropeisti di Wilders, quali effetti potrebbe produrre in Europa?
Intelligonews lo ha chiesto al giornalista ed esperto di scenari geopolitici Giulietto Chiesa.

Gli occhi sono tutti puntati sul voto olandese e su una temutissima, dalla Ue, vittoria di Wilders. Ma sarebbe davvero tanto pericolosa?
"Certamente queste sono elezioni decisive per la sorte dell’Europa, il voto olandese come quello francese e gli altri che seguiranno nei prossimi mesi. Tutti test elettorali che contribuiranno a segnare il destino dell’Europa e dell’euro. Non sono convinto che l’Europa crollerà sotto i nostri occhi, ma sicuramente non potrà più essere quella di prima. La situazione che si sta determinando obbliga a cambiamenti strutturali tanto nella fisionomia che nei valori dell’Europa. Siamo agli inizi di un’epoca di grandi cambiamenti, ma nulla di sconvolgente o di terrificante".

L'affermazione di Wilders cosa starebbe a significare? La fine dell'Europa multiculturale per esempio?
"No, non credo che arriveremo a questo, perchè le forze che si contrappongono a questo esito sono ancora forti. Il dibattito sull’Europa è comunque aperto. In questo momento una parte importante degli europei è sotto una forte tensione psicologica, determinata dalla paura per i recenti avvenimenti legati alla minaccia terroristica, dall'incertezza politica, sociale ed economica, dal malcontento per come l’Europa è stata gestita. Tutti questi fattori hanno creato un nuovo clima, ma non è che questo clima debba necessariamente spazzare via e distruggere tutto".

L'esito del voto olandese potrebbe secondo lei determinare gli esiti anche di quello francese in chiave anti-europeista?
"Esistono senza dubbio delle forti spinte popolari che i media bollano come populistiche ma che sono invece reali. Bisognerà vedere come evolverà la situazione. E’ chiaro che se la protesta popolare continuerà ad essere ignorata la situazione di acuta tensione sociale in atto non potrà che aumentare. Se ci saranno invece misure intelligenti potrebbe andare diversamente. C’è un minimo comune denominatore dietro i vari movimenti anti-Ue che si stanno affermando un pò ovunque. C'è il desiderio dei popoli di contare in un’Europa sempre meno rappresentativa dei popoli".

Molti ritengono che dietro lo scontro fra Olanda e Turchia vi sia in realtà una mossa politica studiata ad arte dal Governo per spuntare le armi alla propaganda anti-islamica di Wilders. E' giusta questa chiave di lettura?
"Ci può stare, ma io ritengo soprattutto che lo scontro con Ankara dimostri come l'idea di integrare la Turchia in Europa sia tramontata definitivamente. La Turchia è un Paese troppo forte per entrare in un’Europa debole e divisa. Nessuno si sognerebbe più di mettere all’ordine del giorno l'ingresso dei turchi nella Ue".

#giuliettochiesa #olanda #europa #wilders

Tratto da: intelligonews.it

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