Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il pm Maurizio Bonaccorso ha depositato il verbale di sequestro nel processo d’appello contro i poliziotti del “Gruppo Falcone e Borsellino” all’epoca guidato dall’ex superpoliziotto

I carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Caltanissetta, hanno trovato due agende elettroniche e un telefonino a casa della famiglia di Arnaldo La Barbera (in foto), presumibilmente appartenute all’ex capo della Mobile di Palermo. Il superpoliziotto (deceduto nel 2002) è considerato il “deus ex machina” del depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, sul quale stanno indagando i pm nisseni guidati dal procuratore Salvo De Luca. Lo scorso 18 settembre la Dda aveva disposto una perquisizione nella palazzina di Verona dove abita la moglie di La Barbera e in quell’occasione, riporta La Repubblica, erano state trovate le due agende marca Casio e Hp oltre a un telefonino marca Sony. Il materiale sequestrato sta passando ora al vaglio dei pm con lo scopo di accertare maggiormente il ruolo avuto da La Barbera, durante gli anni in cui dirigeva la Squadra Mobile di Palermo. I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale a cui la procura di Caltanissetta ha delegato le indagini sperano di trovare in quei dispositivi la rete di contatti di La Barbera, uomo dai mille misteri con la doppia pettorina da agente Sisde (nome in codice “Rutilius”). Nella stessa cantina, infatti, sono emersi anche vecchi estratti conto di La Barbera, che raccontano di ingenti versamenti in contanti fra il settembre 1990 e il dicembre 1992: 114 milioni 699 mila 620 delle vecchie lire. Somme di denaro delle quali i magistrati stanno cercando di capire la provenienza, oltre che il pretesto. La Guardia di finanza ha già accertato che nei conti di Arnaldo La Barbera di quegli anni c’è una sperequazione di 97 mila euro fra lo stipendio di un dirigente di polizia e quanto versato.
Fra le carte ritrovate nella cantina, c’erano anche le tracce di due assegni consegnati nel 1993 e nel 1997 a Luigi De Sena, che fu dirigente di polizia e poi uomo chiave del Sisde, il servizio segreto civile (morto nel 2015). Il 9 dicembre 1993, La Barbera gli fece un assegno di 18 milioni delle vecchie lire. Il primo ottobre 1997, un altro assegno a De Sena, questa volta di 4 milioni di lire. Di nuovo, versamenti di somme cospicue di denaro di cui si ignorano le ragioni. Martedì il pm Maurizio Bonaccorso ha depositato il verbale di sequestro a casa La Barbera nel processo d’appello che vede imputati tre poliziotti del “Gruppo Falcone e Borsellino”, il pool di agenti incaricato di indagare sulla strage di via d’Amelio, all’epoca guidato proprio da La Barbera. In aula il magistrato ha chiesto alla Corte di poter approfondire le indagini sui conti di La Barbera, a partire da una delle due agende elettroniche rinvenute a settembre 2023, in particolare la Casio, modello Digital Diary Sf 4300B.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Depistaggio via d'Amelio, i conti di La Barbera e i soldi per De Sena

Depistaggio via d'Amelio, parla Genchi: focus su agenda rossa e La Barbera

Borsellino quater, le indagini e i depistaggi

Depistaggio Borsellino: ''Convergenza di interessi tra Cosa nostra e ambienti esterni''

Depistaggio via d'Amelio, Contrada: ''Il Procuratore capo Tinebra chiese aiuto ai Servizi segreti''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos